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Italia, il ct Mancini a SFS21: "Perché continuo a essere fiducioso"

Il ct azzurro, Roberto Mancini è intervenuto da Jesi al Social Football Summit 2021 dopo il pari con l'Irlanda del Nord: le sue riflessioni e una rivelazione importante

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Roberto Mancini ha deciso di rompere il silenzio subito, dopo lo sfogo e anche la delusione accumulata per il pari raccolto contro l’Irlanda del Nord degli Azzurri: il ct dell’Italia è intervenuto in collegamento video da Jesi durante il Social Football Summit 2021 di cui Virgilio Sport è media partner, nel panel conclusivo dedicato al libro del giornalista ed autore Marino Bartoletti, Il Ritorno degli Dei.

Mancini e l’Italia ai Playoff

Ospite al Social Football Summit 2021, in collegamento video dalla sua casa di Jesi, Mancini ha effettuato una analisi fredda ed essenziale, perfettamente al suo stile sobrio e diretto di quanto avvenuto in campo durante la partita più importante, in questa fase, per la Qualificazione ai Mondiali in Qatar. Un match che ha mandato l’Italia ai Playoff:

“Pensavamo di essere già qualificati a questo punto, ma bisogna accettare il verdetto del campo quando è negativo. Abbiamo ancora delle possibilità e ce le giocheremo”.

L’esordio di Bartoletti è stato ironico, nella cifra dell’ex direttore di Rai Sport:

“Ho letto che non ti sei trovato bene in Irlanda del Nord…”. A Mancini non manca il sorriso, anche se non cela la delusione e un certo fastidio: “No, ci siamo trovati bene ma è stata una partita negativa quindi la cataloghiamo come meta più difficile. Da giocatori e allenatori abbiamo vissuto situazioni simili, sono momenti in cui le cose non vanno bene. Cerchi di fare il massimo ma magari non sei in grandi condizioni. Continuo a essere ancora molto fiducioso, magari tutto questo ci darà qualcosa in più per dire la nostra”.

I suggerimenti di papà Mancini

Con la consueta immediatezza, il ct azzurro ha poi ammesso quanto abbia creato malumori in famiglia, l’esito dell’incontro contro l‘Irlanda del Nord e ha riportato i rimproveri, molto espliciti, di suo padre a quanto visto in campo:

“Mi ha detto ‘mi raccomando alla difesa’. Siamo qui, dopo 40 partite con una sola sconfitta. Bisogna pensare sempre in modo positivo. Se c’era un momento in cui doveva andare non bene, forse meglio accada adesso che a marzo o al Mondiale. Ci possono essere dei momenti di rilassamento, ma il problema è stato anche avere tanti infortunati in un momento decisivo. Per rendere al massimo bisogna trovare continuità”, ha detto Mancini.

Nulla è stato lasciato in sospeso, in questo panel, che si è trasformato in un’analisi puntuale di quanto costruito fino ad ora e di quel è mancato all’Italia per consolidare il primato di Euro 2020 che, ha ribadito il tecnico, non è stato un titolo vinto per incapacità degli avversari ma con merito dall’Italia.

“Dobbiamo cercare di trovare sempre delle soluzioni, magari giocatori più giovani che possono venire buoni tra un anno. Dipende anche da loro, dovrebbero magari giocar dei più e fare esperienze importanti. Quando è stata sorteggiata la Svizzera sapevo che sarebbe stato difficile, non pensavo però di andare agli spareggi. E’ stata più tosta del previsto. Ora dobbiamo migliorare le forze e prepararci per marzo. L’Europeo? Lo hanno vinto i ragazzi, sono stati bravi a credere nelle loro qualità, sapendo che per vincere dovevano fare il massimo, quindi il merito è prevalentemente loro”.

La carica di Mancini

C’è chi ha sottolineato l’eccesso di ottimismo, da parte del ct azzurro ai microfoni della Rai, nel dopo partita:

“Cosa mi fa essere ottimista? La squadra è ottima, non ha vinto l’Europeo senza meritarlo, per caso o perché si è difesa, ma perché ha strameritato contro squadre sulla carta più forti. Ci sono momenti in cui non si riesce a dare il 100%. È troppo semplice parlare dopo, lascia il tempo che trova. Non dobbiamo cercare scuse, sappiamo che potevamo fare di più, ce la siamo complicata da soli. Con la Svizzera non abbiamo subito quasi per niente, purtroppo i rigori si sbagliano e li sbaglia chi li tira. Ai rigori abbiamo vinto Mondiali e l’Europeo, può capitare. Se mi hanno ritirato la laurea stanotte? Non so se ci stanno pensando”.

Mancini ricorda Paolo Rossi e Maradona

In questo panel che, peri contenuti sviscerati dal tecnico, sembra un manifesto di intenti, Mancini trova lo spazio per regalare ai tifosi ancora un ricordo di grandi campioni del passato che hanno reso omaggio alla maglia azzurra con quel vigore e quel desiderio di rivalsa di un’Italia che sa reagire:

“Abbiamo giocato quasi sempre contro in quegli anni. Paolo (Rossi, ndr) era un ragazzo, al di là del campione, straordinario, una persona meravigliosa. Per questo è stato il dispiacere più grande. Maradona era un ragazzo per bene nonostante tutto, davvero per bene e questo lo dicono anche i suoi compagni di squadra e uno dei migliori al mondo”.

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