La chiusura del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, non ha soffocato quella pur flebile speranza di vedere gli Azzurri ai Mondiali in Qatar.
D’altronde, vincere Euro 2020 e uscire anche malamente dalle Qualificazioni per una nazionale così, costruita su idee e sacrificio da parte dei senatori provoca una amarezza profonda, anche nel ct Roberto Mancini, il quale pare il primo in lista a non ammettere questa rassegnazione. E ad alimentare, suo malgrado, il sogno di ripescaggio per l’Italia.
- Italia ripescata: Mancini cita la questione ranking
- La replica della FIFA a Gravina
- Il futuro della Nazionale
- Il ritorno di Balotelli in azzurro
Italia ripescata: Mancini cita la questione ranking
Le indiscrezioni sulle sue dimissioni, nell’immediato della disfatta, non erano da attribuire all’impulsività ma alla sua storia personale, di giocatore e allenatore. Così le sue affermazioni vanno inquadrate nelle medesima filosofia che lo aveva indotto a ritenere possibile, all’epoca, anche la possibilità per l’Italia di approdare ai Mondiali.
“Bisogna vedere come. La voce del possibile ripescaggio dell’Italia è venuta fuori dall’Ecuador o dall’Iran. Noi in questo momento non ci siamo, poi se qualcuno si ritira, c’è il ranking…”.
La voce del possibile ripescaggio dell’Italia è divenuta di stretta attualità dopo il caso di falsa identità denunciato dal Cile tra le fila della nazionale dell’Ecuador aprendo così uno spiraglio aggiuntivo, oltre al caso controverso dell’Iran.
Temi questi assai delicati, che anche sul versante normativo e dei precedenti non hanno che moltiplicato i dubbi, in merito alle concrete possibilità di rientrare in corsa per gli Azzurri. Ad ora l’eventualità risulta assai improbabile.
La replica della FIFA a Gravina
Una speranza che Gravina ha provato a comprendere se sostenere o meno, interpellando direttamente la FIFA, nonostante le dichiarazioni di scetticismo già pronunciate dal presidente Gianni Infantino.
Ora quanto ha detto il ct Roberto Mancini all’evento a Firenze a margine della cerimonia della ‘Hall of Fame del calcio italiano’ è quanto ciascun tifoso azzurro spera, auspica nella piena consapevolezza che questa eventualità è talmente remota da sembrare quasi una creazione letteraria.
Senza considerare i dubbi dell’allenatore jesino su quale rappresentativa plasmare dopo le voci sul futuro di Giorgio Chiellini che, il prossimo 1 giugno, giocherà la sua ultima partita in maglia azzurra, a Wembley, contro l’Argentina di Messi. Lo stesso Mancini vuole godersi il suo capitano e assicura che “nei prossimi giorni giorni avrò il tempo per stare insieme e per parlarci”.
Sul possibile, quanto utopico, ripescaggio dell’Italia in Qatar ci sarebbe poi comunque un tema non trascurabile, ovvero chi convocare se Chiellini non sarà disponibile ad esempio? Per i prossimi impegni azzurri, saranno convocati “quelli che erano con noi all’Europeo e quelli che sono sempre stati nel gruppo che sono più giovani ed avranno la possibilità di giocare partite importanti perché la Nations League prevede Germania, Inghilterra ed Ungheria e saranno tre partite buone”.
Il futuro della Nazionale
Questo gruppo può dare quel che si attende il pubblico, dopo aver incassato l’uscita dai Mondiali? Secondo il tecnico sì: “Credo che i ragazzi l’abbiano elaborata bene, poi loro hanno avuto altri impegni. Noi invece non abbiamo avuto altri impegni e questo un po’ ci pesa”.
Certo, Chiellini e il suo addio non sono l’unico nodo da sciogliere per Mancini che dovrà sostituire con altissime probabilità anche gli uomini davanti o almeno fornire delle valide alternative, legate a questioni generazionali, con le quali si sta già misurando.
Il ritorno di Balotelli in azzurro
Nell’immediato lo stage aveva riportato in auge il nome di Mario Balotelli che in azzurro non ha mai deluso.
“Balotelli? Quando Mario gioca e fa gol io sono contento – ha concluso Mancini – Comunque ho un rapporto speciale con Mario. C’è stato un momento in cui sarebbe potuto tornare in Nazionale, non è stato così, e ci dispiace veramente”.