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Ferrari, Villeneuve si schiera con Hamilton: "Il suo valore si vedrà nel 2026". E su Leclerc: "Non è più giovanissimo..."

Jacques Villeneuve si mostra sempre molto diretto e senza filtri nel suo pensiero. "Hamilton non si è adattato, il 2026 sarà diverso per lui. Leclerc deve ambire a vincere e basta..."

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La stagione sin qui deludente della Ferrari è un richiamo troppo forte per chi, da sempre, con le rosse ha una sorta di conto aperto. Jacques Villenueve in realtà non ha chissà quale antipatia verso la scuderia di Maranello, battuta nella convulsa lotta al titolo del 1997 (l’iconico scontro di Jerez con Schumacher a distanza di 28 anni fa ancora discutere) ma legata alla sua famiglia per le gesta del papà Gilles. Solo che Jacques è uno che quando parla non le manda a dire: schietto, cinico e diretto, a volte anche troppo, ma quanto basta per far capire il proprio pensiero senza bisogno di rivolgersi a interpretazioni o strumentalizzazioni.

La profezia di Jacques: “Il vero Hamilton lo vedremo nel 2026”

La crisi di risultati Ferrari, insomma, diventa il pretesto per provare a tirare le orecchie a entrambi i piloti. Con Hamilton è come sparare sulla croce rossa: Lewis era abituato a esperienze totalmente diverse”, ha spiegato in un’intervista alla Gazzetta.

McLaren e Mercedes hanno metodi differenti rispetto alla Ferrari, e per questo sta faticando più del dovuto. Detto ciò, non sembra che lo stiano aiutando più di tanto: c’è molta confusione nelle comunicazioni, e questo rende ancora più difficile il suo adattamento. Vederlo così demoralizzato fa male al cuore”.

Eppure secondo Villeneuve è giusto aspettare. La vera sfida di Hamilton in Ferrari avverrà nel 2026, quando la vettura sarà molto più congeniale a quelle che sono le sue caratteristiche di guida, dal momento che si andrà verso il reset regolamentare. Però è indubbio che quanto visto sino ad oggi, visti anche i proclami fatti al momento del suo arrivo, è davvero poca roba”.

L’esortazione a Leclerc: “Se vuole vincere deve sbrigarsi…”

L’ex pilota canadese, sempre al seguito del carrozzone della Formula Uno, ha avuto però qualcosina da ridire anche su Leclerc. Il quale proprio a Budapest ha affermato che per lui riportare al successo la Ferrari vale più di un titolo mondiale conquistato altrove. “Bel messaggio per il team, ma mi sento in disaccordo con quanto affermato”, risponde secco Jacques.

“Un vero pilota vuole vincere tutto, e farlo anche in fretta. Chiaro, vincere con la Ferrari può avere un fascino diverso, considerato anche il lungo digiuno di successi della scuderia italiana, ma uno sportivo deve pensare innanzitutto a vincere per se stesso. E a Charles dico di fare attenzione, perché gli anni passano e per il momento alla voce titoli c’è sempre lo zero. Quindi, come tutti i suoi colleghi, è chiamato anche lui a fare delle scelte intelligenti per il proprio futuro”.

Quesito che si pone anche per Max Verstappen, che pure ha deciso di restare in RedBull anche nel 2026. “Max è rimasto un po’ vittima della guerra interna tra Helmut Marko e suo padre Jos da una parte e Christian Horner dall’altra, sfociata con l’addio di quest’ultimo. Ma la lotta ha indebolito il team, anche se fa bene Max a restare almeno per un altro anno”.

“Vasseur rimane perché cambiare ora sarebbe un rischio”

La Ferrari, scegliendo di andare avanti con Fred Vasseur alla cabina di comando, ha voluto dare un segnale forte di continuità, di fatto dichiarando di voler credere nel nuovo corso inaugurato nel 2025. “La scelta è abbastanza logica pensando alle novità regolamentari 2026, che dovranno essere portate avanti da chi ha già cominciato a lavorare su quel progetto. Cambiare ora, a ridosso del cambio di regolamento, appariva probabilmente troppo rischioso. Anche se, guardando i risultati, è evidente come la gestione Vasseur non si stia rivelando proficua”.

Merito anche del dominio McLaren, con Norris tornato sotto a Piastri nella lotta per il titolo. “Una situazione strana, perché l’uno sembra contento quando vince l’altro. Non è una situazione tipo Prost-Senna di fine anni ’80, quando i due condividevano il box ma fondamentalmente si detestavano tanto in pista, quanto fuori. Intanto hanno portato già a casa il titolo costruttori, poi nelle ultime gare spero che daranno vita a un bel duello, senza “regole” esterne e senza condizionamenti. Una sfida come dovrebbe esserci sempre in pista: un pilota contro l’altro, anche se vestiti alla stessa maniera”.

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