Joe Hart ha sempre vissuto il calcio con passione e partecipazione. I tifosi del Torino lo ricordano con affetto nonostante in granata abbia giocato una sola stagione, non esaltante né dal punto di vista della squadra, né da quello personale, perché al netto di qualche partita da ricordare ci sono state tante, troppe papere che hanno condannato all’anonimato la squadra allora allenata da Sinisa Mihajlovic. Arrivato in granata nelle battute finali del mercato 2016, in prestito dal Manchester City, Hart ha cercato in Italia un trampolino di rilancio dopo che Pep Guardiola, appena arrivato sulla panchina degli Sky Blues, lo aveva messo brutalmente alla porta accusandolo di non saper giocare con i piedi, requisito fondamentale per il guru del tiqui-taca. Al tecnico catalano le cose non andarono meglio con Claudio Bravo, eppure a tradire Hart sono state spesso le mani, al Toro, nella Nazionale inglese e pure al West Ham, dove Joe approdò in prestito nella scorsa stagione per non perdere il posto nell’Inghilterra in vista del Mondiale.
Missione fallita, in Russia ha brillato la stella di Pickford e Hart è finito sull’orlo della depressione. È stato lo stesso portiere a raccontarsi al ‘Daily Mail’, pochi giorni dopo la firma liberatoria con il Burnley che ha posto fine alla prigione chiamata Manchester City: “Andare sempre via in prestito non mi ha fatto bene, sono cose che succedono a un giovane, non a un giocatore esperto. Nell’ultimo periodo non credevo più in me stesso, c’era qualcosa che dovevo fare per cambiare la situazione e quel qualcosa era tagliare il cordone che mi legava al Manchester City. Adesso sono felice”.
Hart arrivò a Manchester a 19 anni, nel 2006, ma dovette vivere tante altri prestiti prima di riuscire a imporsi in squadra come titolare: “Adesso mi sento un’altra persona, la mia carriera è sempre stata legata a un solo club per 12 anni, hanno sempre deciso tutto loro. Ora voglio vivere al massimo questa nuova avventura”. L’entusiasmo è quindi quello di sempre: “La passione non è mai diminuita, adoro il calcio e voglio tornare a giocare con il sorriso”.
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