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Juve, Allegri spiega perché non si fida del Monza e fa chiarezza su futuro e rapporti coi nuovi dirigenti

Vigilia di Monza-Juventus, il tecnico bianconero invita i suoi giocatori a non sottovalutare l'avversario, esalta Palladino e replica ancora ai proclami Scudetto di Rabiot.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Gli esami non finiscono mai: la massima di Eduardo De Filippo è valida anche per Massimiliano Allegri e per la Juventus, che dopo aver affrontato l’Inter è attesa da una nuova insidia. Bianconeri di scena a Monza, contro un avversario di cui il tecnico della Vecchia Signora si fida poco. Per la Juve ci sarebbe di nuovo l’opportunità, vincendo, di riportarsi in vetta alla classifica per due notti, in attesa del big match della capolista Inter sul campo del Napoli.

Monza-Juve, Allegri spiega perché non si fida

Perché Allegri tema in modo particolare Palladino e il Monza è presto detto:

Non ha mai perso in casa, l’anno scorso ci ha portato via sei punti e contro di loro non abbiamo fatto neppure un gol. Per noi è una partita importante, dobbiamo dare seguito al pareggio con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, Locatelli oggi lo valuteremo, ha un problema di dolore. L’altra volta è entrato, ci ha dato una mano, vedremo oggi. Nicolussi Caviglia? Era tanto che non giocava, con l’Inter ha fatto bene. Troveremo qualche soluzione eventualmente lì in mezzo.

Vietato affrontare il match a cuor leggero, dunque:

Non dobbiamo commettere errori di scarsa maturità. Sappiamo quali sono i nostri limiti, il gruppo è coeso e abbiamo una buona classifica, ma nel calcio si sa che come lasci un attimo o giochi una partita inferiore alle tue caratteristiche, rischi di perderla. Mancano sei partite alla fine del girone d’andata, quattro trasferte e due scontri diretti in casa. Il Monza è una squadra molto buona, ben guidata, con buoni giocatori e che ha messo in difficoltà tante altre. Una squadra che fa la differenza in fase difensiva: nelle ultime dieci in tre casi non ha subito gol, in altre sette non più di uno.

Il mio amico Adriano Galliani, a cui adesso do del tu dopo avergli dato del lei per anni, ieri è stato molto carino nei miei confronti. Con Palladino ancora una volta non ha sbagliato l’allenatore, sta facendo molto bene e sono certo che nella sua evoluzione possa solamente crescere, avere un dirigente così esperto al suo fianco non potrà che aiutarlo.

Juve da Scudetto: Allegri replica ancora a Rabiot

Quindi una puntualizzazione sui presunti screzi su Rabiot, che aveva avuto “l’ardire” di parlare di Scudetto:

Lo spogliatoio è sacro e quello che ci siamo detti rimane tra noi. Tutti dobbiamo avere ambizione, ma l’obiettivo importante è domani, è la prossima partita. Facciamo un passettino alla volta, non scordiamoci che restare fuori dalla Champions, non per demeriti tecnici, è stato un danno tecnico ed economico. Quest’anno non possiamo permetterci di star fuori dalla Champions. A Monza dovrà esserci la stessa Juve delle prime tredici giornate. Non possiamo sottovalutare nessuno, ma dobbiamo giocare di squadra.

E ancora, sulla formazione:

Chiesa e Vlahovic hanno fatto una buona prestazione con l’Inter, stanno bene anche gli altri. Non ho ancora deciso chi impiegare, mai come quest’anno la nostra forza è il gruppo. Prendiamo Perin, che rispetto agli anni scorsi gioca meno ma è sempre di sostegno, propositivo. Ecco, lui è un esempio per tutti.

Allegri e il futuro: il rapporto con la nuova dirigenza

Si è parlato tanto anche di futuro di Allegri negli ultimi giorni, con le indiscrezioni sul clamoroso ritorno di Conte alla Juve e le “solite” voci di dissidi tra Max e i nuovi dirigenti. Ecco come stanno le cose:

Ho un contratto fino al 2025, stiamo lavorando per quello che sarà il futuro del club nei prossimi anni. Vado d’accordo coi nuovi dirigenti, con l’ad Scanavino, con Giuntoli, Manna. C’è una buona armonia col settore giovanile per far sì che la Juventus abbia un futuro importante. Nella Juventus passano gli uomini ma rimane il DNA. Qui bisogna star zitti, avere profilo basso e lavorare. Con loro sono d’accordo su tutto.

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