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Giovanni Sartori è l'uomo giusto per la Juve: nuovo ruolo anti crisi

Chi è il ds del miracolo Chievo e dell'Atalanta finito nella rete della Juventus e perché può aprire un nuovo ciclo alla Juventus, uscita dalla Champions e senza identità

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La debacle all’Allianz Stadium, davanti al pubblico dei tifosi, della Juventus versione Allegri bis ha suggerito certezze e cancellato l’immagine di una compagine perfetta, affidata all’esperienza e all’aziendalismo di un allenatore conteso che ha saputo inanellare risultati, successi in una carriera prestigiosa.

E così mentre l’ad Maurizio Arrivabene, uomo di fiducia degli Agnelli-Elkann, tenta di amalgamare una Juventus che sembra ancora in cerca d’autore ecco che si paventa un nuovo inserimento nella dirigenza: Giovanni Sartori.

Chi è Giovanni Sartori,  il dirigente nel mirino della Juve

Ex calciatore e storico dirigente del miracolo Chievo Verona, Sartori a fine stagione chiuderà l’esperienza all’Atalanta: nel 2006 fu a un passo dal trasferirsi al Torino, quando la sua lunga storia con la società veronese durata ben 22 anni, giunse al capolinea e si prospettavano nuovi orizzonti calcistici per lui. Ad alimentare questa suggestione è La Gazzetta dello Sport che ha fornito una risposta alla domanda sul perché fosse presente a diversi match della Juventus.

Non sarebbe solo una ragione di ordine professionale a dettare questa importante e costante attenzione alla società e alla squadra: già un anno fa, quando il rimpasto sembrava imminente, si era pensato anche all’ex ds del Chievo con un passato da calciatore.

Calciatore professionista dalla seconda metà degli anni settanta fino a fine anni ottanta, Sartori ha totalizzato 7 presenze in Serie A, 89 presenze e 19 reti in Serie B e si è laureato Campione d’Italia col Milan nella stagione 1978-1979. Un successo che, però, non si è accompagnato all’esplosione del ragazzo, rientrato da una serie di prestiti: segnato dalle aspettative, non segnò gol e venne ceduto a fine stagione alla Sampdoria.

Negli anni ottanta passa dalla Samp alla Cavese, per poi indossare la maglia dell’Arezzo e della Ternana. Chiude la carriera al Chievo e questa scelta segna il suo futuro da dirigente, dopo aver tentato la strada della panchina.

Consigliere personale di Luigi Campidelli, al Chievo costruisce un rapporto di fiducia con Luca, subentrato alla scomparsa del padre alla guida del club: a lui si deve l’intuizione di collocare in un ruolo così delicato, in chiave mercato e pianificazione, Sartori.

In questi anni, Sartori si muove con discrezione, ma con altrettanta efficacia consegnando al Chievo talenti in fase di crescita come Corrado Bernardi, per citarne uno tra i più rappresentativi, e pur avendo budget ridotti a sua disposizione riesce a centrare gli acquisti decisivi. Rilancia Corini, Corradi, Perrotta, Marchegiani, Bierhoff o si affida a giovani ancora poco apprezzati come Amauri, Barzagli, Legrottaglie, Constant. Cartellini che ha messo a segno e fatto fruttare al momento opportuno.

Perché Giovanni Sartori sarebbe l’uomo giusto

Artefice del miracolo Chievo, Sartori dopo un rapporto ventennale chiude la sua esperienza a Verona e si concede una breve pausa prima di firmare con l’Atalanta nel giugno 2014. Anche nella società dei Percassi (passata recentemente di mano) ci mette del suo. E lo fa bene.

Se dunque la Juventus ha maturato la convinzione che, accanto a Federico Cherubini, sarebbe inevitabile e opportuno per contenere l’emorragia di capitali e il declino a livello europeo, per il terzo anno consecutivo, e l’addio all’egemonia bianconera in Serie A, Giovanni Sartori è un dirigente in grado di soddisfare le ambizioni di rilancio con un portafogli leggero.

Se la situazione finanziaria della società rimane tale, anche a causa della crisi legata alla pandemia e alle recenti e drammatiche vicende della guerra in Ucraina, un dirigente capace di incidere e portare in Champions anche l’Atalanta (a pari livello della Vecchia Signora) è l’uomo in più.

Un personaggio discreto, molto sobrio e assolutamente distante dal blasone e dal clamore che si accompagna a figure preminenti come si è assistito in questi ultime sbiadite stagioni, consapevole però di quanto sia indispensabile – al netto delle operazioni Vlahovic – centrare i nomi giusti su cui puntare e di prospettiva per riaprire un ciclo.

Il ruolo di Sartori nella nuova Juve

Che cosa andrebbe a fare Sartori nel club così provato, anche a livello finanziario? Il dirigente sembrerebbe il profilo giusto per affiancare il Football Director Cherubini, ma con un ruolo più di campo.

Sarebbe una figura di supporto, un direttore sportivo esperto che nel curriculum ha la favola Chievo, arrivato fino ai preliminari di Champions League, e la straordinaria crescita dell’Atalanta, che compete ormai nella parte alta della classifica e vanta uomini mercato non di poco conto.

Vedremo se la Juventus, il presidente Andrea Agnelli e il di lui cugino John Elkann (numero uno di Exor), muoveranno l’ennesima pedina sulla scacchiera cercando di evitare le mosse dell’avversario.

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