Quello della Fiorentina è stato un inizio di stagione molto complicato, tuttavia la compagine gigliata è riuscita a fare ai propri tifosi un regalo di Natale più che gradito: una netta vittoria sul campo della Juventus.
Gli uomini di Cesare Prandelli si sono infatti congedati dal 2020 imponendosi a Torino con un sorprendente 3-0 che è valso tre punti pesantissimi in ottica salvezza. La speranza dei tifosi della Fiorentina è quella che un successo così inaspettato contro i rivali ‘meno amati’ possa aiutare la squadra a scrollarsi di dosso le tensioni degli ultimi mesi e a ripartire con maggiori sicurezze in campionato.
Il 3-0 di Torino intanto a qualcosa è già servito: ha riportato entusiasmo in una piazza che ultimamente ha dovuto digerire troppe delusioni. Lo dimostra anche quanto accaduto a Barberino di Mugello durante la Messa di Natale.
Durante la celebrazione, il parroco Don Stefano Ulivi, non solo ha pubblicamente elogiato la sua Fiorentina, ma ha anche ribattezzato i tre Re Magi. “E così siamo arrivati a Natale. Avete visto? Hanno cambiato nome anche i Re Magi. Ora si chiamano Vlahovic, Alex Sandro e Caceres. Non aggiungo altro. Al di là di tutte le sofferenze per noi è stata una piccola boccata d’ossigeno. Non voglio mescolare il sacro con il profano”.
Don Stefano Ulivi ha quindi ribattezzato i Re Magi con i nomi degli autori dei goal del successo viola allo Juventus Stadium (quella di Alex Sandro è stata ovviamente un’autorete) ed il video della sua omelia è presto diventato virale in rete. A ‘La Nazione’, ha poi spiegato di essere rimasto sorpreso dalle tante attenzioni ricevute nelle ultime ore. “Volevo che la gente sorridesse. Come faceva don Bosco con i ragazzi. Se si diventa musoni si vede tutto nero. E a me è venuta questa battuta per celebrare felici il Natale, il secondo che la mia gente passa in condizioni particolari. Non mi aspettavo tutti questi commenti. E non volevo dissacrare i Re Magi, né ovviamente la mia religione. Lo sfottò è pace, sdrammatizzare è la cosa migliore. Scherzo spesso con gli juventini. E a Barberino che ne sono tanti”.