Cosa sarebbe Juventus–Inter senza polemica? Il derby d’Italia è così da sempre, quando si affrontano bianconeri e nerazzurri non è mai una partita tranquilla. Lo sa bene Nicola Berti, che per 10 anni ha vestito la maglia del Biscione. A La Gazzetta dello Sport, il 54enne di Salsomaggiore Terme ha acceso la partita attaccando duramente i rivali.
- Juventus-Inter, l'ultima spiaggia per entrambe
- Juventus-Inter, il pronostico di Berti
- Inter, Berti attacca la Juventus
Juventus-Inter, l’ultima spiaggia per entrambe
Per Berti, innanzitutto, sarà un match decisivo in chiave scudetto sia per l’Inter che per la Juventus: “È la partita più importante della stagione. Per entrambe, un’ultima spiaggia. Se solo ci fosse il sole…Pareggio? Non voglio neanche sentirne parlare. Le vie di mezzo non appartengono all’Inter. Tanto meno a Nicola Berti”.
Juventus-Inter, il pronostico di Berti
Dopo le ultime sette partite di campionato, per l’Inter adesso sarà dura rimontare sul Milan ma Berti è fiducioso: “Il derby con i rossoneri ha cambiato tutto. Dovevamo essere sul 2 o 3 a zero all’intervallo, invece siamo riusciti a perdere. Ora non è facile ribaltare l’inerzia, ma come l’Inter si è piantata dopo avere dominato ora deve cancellare l’ultimo periodo, ricordarsi che è campione d’Italia e che quando esprimeva il suo gioco era superiore a tutti. Chi vince lo scudetto? L’Inter se passa a Torino. Altrimenti il Milan”.
Tornando al derby d’Italia, Berti si lancia sul pronostico e si sofferma su Dybala, accostato ai nerazzurri sul mercato: “Come finisce Juventus–Inter? Per loro segna Dybala, ma noi ne facciamo tre e vinciamo 3-1. Se mi piacerebbe il 10 bianconero all’Inter? Se va via Lautaro, perché no”.
Inter, Berti attacca la Juventus
Per Berti vincerà l’Inter, ma l’ex nerazzurro sa bene che non sarà facile ottenere i tre punti in trasferta, come raccontano i precedenti. Per l’ex giocatore nerazzurro però, la Juventus ha sempre avuto dei favori: “Calciopoli ha confermato quello che si sapeva da tempo, che c’era un sistema che ‘condizionava’ gli arbitri. Il potere è sempre stato a Torino”.
