Il calcio italiano è finito nel caos dopo l’annullamento del big match della terza giornata, Juventus-Napoli, in programma domenica sera. Il club azzurro non si è presentato nonostante il via libera della Lega di Serie A alla partita, e da regolamento dovrebbe essere punito con il 3-0 a tavolino, e anche con un punto di penalizzazione. All’orizzonte è in arrivo una battaglia legale: il club campano, bloccato dall’Asl, ha chiesto più volte il rinvio della partita e farà valere le sue ragioni nell’appello che sta già preparando.
Domenica sera il presidente della Juve Andrea Agnelli ha preso la parola all’Allianz Stadium: “Abbiamo protocolli molto chiari. Era prevedibile che ci fossero casi di positività all’interno del gruppo squadra: si applica il protocollo della FIGC, si sa cosa si deve fare. Bisogna andare in isolamento fiduciario, in strutture concordate con l’ASL dove la squadra si isola: così possiamo allenarci e giocare le partite. C’è molta chiarezza da questo punto di vista, è stato un lavoro svolto con il Ministero della Salute e del CTS. E ‘esattamente quanto abbiamo fatto noi ieri“.
“De Laurentiis mi ha scritto un messaggio e io gli ho risposto che la Juve come sempre si attiene i regolamenti. Lui voleva rinviare la partita, ma ci sono dei regolamenti, come in tutto. Altrimenti commettiamo errori da sportivi e da cittadini”.
Poi la frecciata: “Non ho mai sospetti. È evidente che una squadra che non si presenta non dà una bella immagine del nostro calcio. Noi siamo abituati a essere autoreferenziali e ci interessano solo i giudizi all’interno non preoccupandoci delle figure che facciamo all’esterno. Per poi riempirci la bocca di voler fare aumentare la nostra credibilità internazionale. Sono a supporto dell’idea di Dal Pino, ben venga l’individuazione del partner corretto per lo sviluppo del nostro calcio. Io mi sarei comportato come ho fatto finora, adesso bisogna pensare a completare il campionato rispettando le indicazioni che ci vengono date”.
La risposta del Napoli non è tardata ed è arrivata tramite l’avvocato Grassani: “Il Napoli non è partito perché semplicemente a differenza di altri casi e di altre società, quando ha terminato l’allenamento di sabato pomeriggio, ha ricevuto in rapida successione una comunicazione del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL 1 di Napoli e dell’ASL 2 di Napoli e alle 18.25 quando il Napoli era in pullman da Castelvolturno pronto a dirigersi all’aeroporto, è arrivato anche un provvedimento del capo di gabinetto della Regione Campania che vietava la partenza. Il Napoli era di fronte ad un bivio: o trasgredire due provvedimenti dell’entità locale e un provvedimento del Governatore della Regione Campania, o rimanere a casa per rispettare le leggi dello Stato. Per giocare la partita, il Napoli avrebbe dovuto violare una legge dello Stato e rischiare una denuncia penale“.
“Il 3-0 a tavolino è da verificare, perché non basta non presentarsi ad una gara per la vittoria a tavolino. Se ci sono comprovate questioni oggettive, e in questo caso la legge dello Stato prevale sui regolamenti sportivi, noi riteniamo che si possa procedere al rinvio della gara in un momento successivo. Se dovesse arrivare il 3-0 a tavolino, il Napoli non accetterà in alcun modo questo provvedimento che riterrebbe offensivo nel comportamento pienamente ligio dei propri tesserati e ricorrerà sia alla Corte sportiva d’appello che al Coni per stabilire la verità in cui una partita di pallone non può venire prima della salute di centinaia di persone”, le parole alla Domenica Sportiva.