Le dichiarazioni di Fabio Paratici prima del derby col Toro, ma soprattutto la tranquillità ostentata davanti ai microfoni dal plenipotenziario della Juve non sono passate inosservate. Diversi addetti ai lavori hanno sottolineato proprio la serenità di Paratici a fronte dell’iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito del caso Suarez, altri invece ne hanno bacchettato la sfrontatezza nel ribadire che rifarebbe esattamente le stesse cose, persino scomodare un ministro per chiedergli come muoversi per accelerare la pratica. Paolo Ziliani, invece, ha pensato addirittura di “aiutarlo” lanciando una campagna social.
Paratici, la campagna di Ziliani
“Aiutiamo Paratici”: questo il titolo della singolare e curiosa campagna lanciata dal giornalista e polemista. “Il dg Juve messo in croce per aver scomodato un ministro per ottenere un certificato di cittadinanza. Ma chi non ha mai scomodato il ministro dell’Economia per ottenere un mutuo, del Lavoro per avere un contratto, della Salute per avere una TAC? Dite la vostra”.
Juve, l’articolo di Travaglio
E non è finita. Oltre alla campagna social, Ziliani ha condiviso anche sul suo profilo Twitter l’articolo di ieri di Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano, dal titolo “La Signora del Grillo”, relativo proprio alle responsabilità della Juventus nella vicenda dell’esame-farsa del centravanti uruguaiano. Un articolo che si conclude con una considerazione dolce e amara allo stesso tempo sul presidente Agnelli: “Poi quando vince 3-0 a tavolino contro il Napoli assente perché bloccato dall’Asl, dichiara che ‘la Juventus rispetta sempre le regole’. Come no. Era dall’ultimo film di Totò che non si rideva tanto”.
Campagna per Paratici, le reazioni
“Io di solito parlo con il Papa, così per compagnia”, ironizza Cristina. “Io quando ho mal di gola chiamo il presidente dell’OMS”, rincara la dose Virgilio. Rocco invece è sarcastico: “Veramente è da una vita che lo si aiuta”. “Però ha detto che rifarebbe tutto quello che ha fatto… Quindi?”, chiede Gianluca. Mentre Michele insinua: “Cosa più grave: chi li ha avvertiti dell’indagine in corso? voglio sperare non sia sempre la stessa persona”.