A La Stampa, l’instancabile Gianluigi Buffon ha rivelato di avere un obiettivo chiaro prima di smettere: “Non pensavo di mantenere un tale livello di prestazioni a questa età, ma ho capito che servono degli obiettivi e questi si creano strada facendo. Non sono immortale e so che smetterò, ma potevo farlo 4 anni prima di andare al Psg e invece sono qua e non voglio deludere la gente di Parma. Le parole ‘sempre’ e ‘mai’ nella vita non si possono dire”.
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Juventus, il ricordo più bello e più brutto di Buffon
Buffon ha anche ripercorso alcuni momenti chiave della sua lunghissima carriera. Indimenticabile per l’ex portiere della Juventus la retrocessione in Serie B con i bianconeri: “Calciopoli l’ho vissuta male. Ero reduce dalla vittoria di Berlino e decidere di rimanere a Torino era una scelta pesante. La Juve ha pagato più di tutti, ma c’erano anche altre società e dirigenti… Volevo dare un segnale forte dire grazie alla gente e alla società. C’era la motivazione per dare qualcosa indietro: avevo avuto tanto e dovevo restituire”.
Buffon invece non ha dubbi sulla sua più grande gioia in bianconero: “Il primo scudetto con Conte, perché aveva dato senso alla scelta di rimanere anche in Serie B nel 2006″.
Juventus, Buffon: “Oliver prese cazzotti”
Il Buffon invece più furioso di sempre è stato visto probabilmente nel ritorno dei quarti di finale di Champions League 2017/18, quando fu cacciato dall’arbitro inglese Oliver dopo un rigore assegnato allo scadere al Real Madrid sul 3-0 per la Juventus, che stava per compiere una rimonta storica al Bernabeu: “Quella è la partita di cui vado più orgoglioso (la Juve rimontò lo 0-3 incassato allo Stadium segnando 3 gol al Bernabeu, ndr). Ancora adesso non ho capito perché mi ha espulso, non l’ho offeso. Temo che qualcuno dei miei compagni gli abbia tirato due cazzotti sulle costole, ma non ero io e mi sono preso il rosso. L’importante comunque è battermi sempre per qualcosa”.
Juventus, Buffon omaggia Chiellini
Infine, Buffon ha concluso parlando del suo ruolo di vice di Szczesny in bianconero e di Chiellini, che ha da poco detto addio alla Juventus: “I due anni da secondo portiere è una scelta che rifarei. Mi sono serviti perché se gioco ancora è grazie alla rabbia sportiva immagazzinata per non essere stato in campo da protagonista: è diventata energia positiva. Chiellini? Giorgio è un uomo e uno sportivo unico e merita il massimo degli auguri e della fortuna. Devo aspettare qualche giorno per sentirlo a modo mio, voglio far decantare le sue emozioni”.