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Juventus, l’ex Pogba si racconta: la depressione allo United con Mourinho, il doping e la voglia di lasciare Torino   

Il centrocampista ha terminato la squalifica e cerca una squadra con cui ripartire: nelle sue parole tutte le disavventure degli ultimi anni

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Prima della squalifica per doping, terminata lo scorso 11 marzo, per Paul Pogba c’erano stati il tentativo di estorsione subito da una gang di cui faceva parte anche il fratello e la depressione, vissuta quando era al Manchester United sotto la gestione di José Mourinho. In una lunga intervista il centrocampista ex Juventus racconta le sue disavventure, spiegando perché, a un certo punto, volesse solo abbandonare Torino.

Pogba racconta l’estorsione subita dal fratello

Dallo scorso 11 marzo, data in cui è finita la sua squalifica per doping, Paul Pogba è nuovamente sul mercato: l’ex centrocampista della Juventus è alla ricerca di una squadra con cui ripartire, dopo le tante disavventure degli ultimi anni. Pogba ne parla in una lunga intervista a GQ, a partire dall’estorsione organizzata ai suoi danni da una banda di cui faceva parte anche il fratello Mathias.

Un episodio che Pogba ha affrontato completamente da solo. “Ho nascosto tutto di questa estorsione – le parole di Pogba – . Mia moglie non lo sapeva, e nemmeno i miei figli. Quando tornavo a casa dall’allenamento, dovevo recitare la parte del padre e del marito. Tenevo tutto per me. Alla fine, mi ha logorato dentro”.

Pogba e la depressione al Manchester United con Mourinho

Ma Pogba aveva vissuto un periodo molto complicato anche in precedenza, quando si trovava al Manchester United. Acquistato per una somma monstre (110 milioni di euro tra pagamento alla Juventus e la procuratore dell’epoca Mino Raiola) nel 2016, Pogba è finito via via ai margini del progetto tecnico dei Reds, soprattutto sotto la gestione di José Mourinho. Proprio in quel periodo, racconta adesso, è caduto in depressione.

“Non capivo. Ero un giocatore con un ruolo importante nella squadra e all’improvviso mi sono ritrovato in panchina – ha raccontato Pogba -. Non riuscivo a parlare, non c’era comunicazione. Non ero felice, e un calciatore che non è felice non può giocare bene. Sono caduto in depressione senza nemmeno rendermene conto. Perché nessuno ci insegna cos’è la depressione. Fino al momento in cui ho iniziato ad avere buchi nel cuoio capelluto. Non capivo cosa fosse. Mi è stato detto che era stress”.

Pogba, il doping e la voglia di lasciare Torino

Lasciata Manchester, Pogba nell’estate del 2022 è tornato alla Juventus, dove però è stato bloccato prima dagli infortuni e poi dalla squalifica per doping. “Mi hanno dato la pena massima, il che significa che non avevano davvero ascoltato nulla di quello che avevo detto loro”, s’è sfogato il centrocampista a GQ. Gli ultimi mesi in Italia sono stati una enorme sofferenza per il francese. “Non volevo più restare a Torino – ha confessato -. Al mattino portavo i figli a scuola, proprio accanto al centro di allenamento e per me era un dolore”.

Pogba ha voglia di ripartire

Terminata la squalifica, ora Pogba è pronto a tornare. Il centrocampista s’è messo alle spalle i problemi e ha ritrovato l’amore per il calcio: ora cerca una possibilità di rilancio e le proposte per ripartire, a suo dire, non gli mancano. “Tutte queste prove – ha dichiarato Pogba – mi hanno dato una determinazione in più. Mi sento come un ragazzino che vuole diventare professionista, sono tornato ad essere il piccolo Paul che vuole farsi posto nel calcio”.

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