La Juventus che non ti aspetti. Che va sotto, in piena emergenza, contro un avversario di livello. Ma al tempo stesso rialza la testa – tra orgoglio e un nuovo vestito tattico – trascinata dalle individualità al servizio della coralità. Un successo netto per i bianconeri, che superano la Lazio e al tempo stesso si proiettano nel migliore dei modi verso l’ottavo di ritorno di Champions League. E chissà che questa, incredibilmente, non diventi la svolta dell’annata zebrata. Ai biancocelesti, parallelamente, resta l’amaro in bocca: oltre che per l’esito del big match, in primo luogo per lo svolgimento dello stesso. Una squadra acerba che non saputo sfruttare le oggettive difficoltà di un duellante rimaneggiato.
Pirlo, dando la priorità alla sfida contro il Porto, decide di far partire Cristiano Ronaldo dalla panchina. Insomma, anche i marziani hanno bisogno di riposare: soprattutto se hanno 36 anni. Recuperato Cuadrado sulla fascia destra, Danilo e Rabiot davanti alla difesa, Kulusevski, Ramsey e Chiesa alle spalle di Morata. Insomma, 4-2-3-1 a geometria variabile.
Simone Inzaghi, alle prese con l’indisponibilità di Lazzari, decide di puntare su Fares per quanto concerne la fascia sinistra, Lulic a destra. Marusic nel terzetto difensivo. In avanti spazio a Correa a fianco dell’imprescindibile Immobile, ex di serata.
La Lazio, nelle battute embrionali della prima frazione di gara, fa capire immediatamente di avere intenzioni serie. Prima, Fares a spaventare la retroguardia bianconera. Poi, il goal del – momentaneo – vantaggio: Kulusevski sul banco degli imputati. Un errore dello svedese, infatti, porta Correa a puntare Demiral, per poi trafiggere senza pietà Szczesny. Che, dal canto suo, successivamente risponde presente su Milinkovic Savic e su Luis Alberto. Con il trascorrere dei minuti, dall’alto di un sistema di gioco inedito in stagione, la Juve prende le misure. Un fallo di mano in area di Hoedt, non punito né dall’arbitro né dal VAR, manda su tutte le furie i padroni di casa. I quali, tuttavia, si consolano con Rabiot: mancino da posizione defilata a sorprendere Reina. I biancocelesti, al tramonto del lato A del match, sfiorano il nuovo vantaggio sempre con Fares. Per corsa e incisività, sicuramente, tra i più positivi della truppa capitolina.
Nella ripresa, con coraggio e personalità, è tutt’altra Juve. Supportata da Morata che, archiviato il virus che lo ha debilitato nelle scorse settimane, sta salendo decisamente di tono. Una doppietta a sigillare il successo bianconero: sinistro a fulminare Reina e, successivamente, rigore perfetto. Un doppio cazzotto per la Lazio, incapace di rientrare in partita. Nel mezzo, su ottima imbeccata di Luis Alberto, la traversa di testa targata Milinkovic Savic. Ma non basta. E’ musica per le orecchie della Juve, con un pieno energia in chiave Porto. E, a proposito di buone notizie per Madama, si rivede in campo Arthur: calcificazione alle spalle. Il meglio deve ancora venire. Per tutti.
IL TABELLINO E LE PAGELLE
JUVENTUS-LAZIO 3-1
MARCATORI: 14’ Correa, 39’ Rabiot, 57’ 60’ rig. Morata
JUVENTUS (4-2-3-1): Szczesny 7; Cuadrado 6.5 (69’ Arthur 6), Demiral 6.5, Alex Sandro 7; Bernardeschi 6.5; Danilo 7, Rabiot 7; Kulusevski 5 (90’ Di Pardo s.v.), Ramsey 6.5 (69’ McKennie 6), Chiesa 7 (82’ Bonucci s.v.); Morata 7.5 (69’ Ronaldo 6). Allenatore: Pirlo
LAZIO (3-5-2): Reina 5; Marusic 5.5 (81’ Pereira s.v.), Hoedt 5, Acerbi 5.5; Lulic 6 (54’ Patric 5), Milinkovic Savic 5.5, Leiva 6.5 (54’ Escalante 5), Luis Alberto 6 (81’ Caicedo s.v.), Fares 5.5; Correa 7, Immobile 5 (81’ Muriqi s.v.). Allenatore: S. Inzaghi
Arbitro: Massa
Ammoniti: Acerbi (L)
Espulsi: –