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Karlsson, Fiorita la strada che porta al gol: sotto quella maglia bianca batte ancora il cuore giallorosso di Graziano

Atalanta-Lecce 1-1 del 27/04/2025: "il bello del calcio" va oltre il rigore di Karlsson, sta nella forza che ha spinto i giallorossi a giocare una partita controvoglia mettendoci il cuore e la dedica per Graziano Fiorita

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Un minuto di silenzio che è durato un’eternità. In quel minuto la testa e il cuore dei giocatori del Lecce era sulla stessa frequenza d’onda di tutto il Gewiss Stadium costruendo un ponte ideale con il Salento. Dove immersa nel dolore si trova una famiglia, una moglie e 4 figli privati del loro papà Graziano Fiorita così presto, troppo presto. Lo stesso silenzio che ha accompagnato il rigore di Karlsson prima del gol, dell’esultanza, della dedica, scontata ma quanto mai commovente.

Fonte: Goldisegnati

Quel minuto ha spento per un attimo le polemiche di una partita che forse non andava giocata ma che il Lecce ha trovato la forza di giocare. Lo ha fatto nella rabbia di una decisione ritenuta ingiusta. Quella stessa forza che ha dato la spinta a Baschirotto e compagni di superare lo sgomento, il dramma, il vuoto causato dalla scomparsa prematura, improvvisa e tragica del loro amico, prima che fisioterapista, Graziano.

Ed è così che il Lecce per un’ora ha cullato il sogno di fare uno sgambetto all’Atalanta. Una partita quasi perfetta dei salentini mossi da energie che sembravano smarrite nelle partite precedenti, da chi veniva da un sonoro 0-3 in casa col Como e da un trend negativo che aveva rimesso in discussione e a rischio la salvezza.

Con la morte dentro, la squadra di Giampaolo ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. E pazienza se un altro rigore, di Retegui, ha ridimensionato il colpaccio dei salentini. Perchè quello strappato all’Atalanta resta un punto d’oro contro la terza forza del campionato.

Ora si torna a casa, si torna in Salento. Perchè la cosa più importante, anche dello stesso calcio, della salvezza, del calendario che non può conoscere sosta nemmeno dinanzi ad una morte così tragica, c’è qualcosa che conta di più. E’ l’ultimo saluto a Graziano. Perchè sotto quelle maglia, ieri bianche per scelta, il suo cuore giallorosso siamo sicuri non cesserà mai di battere. Ciao Graziano, prima il Lecce aveva un fisioterapista, ora ha un angelo.

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