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L'Athletic dà altro dispiacere a Nadal: dopo 40 anni vince la Copa del Rey ai rigori contro il Mallorca

Dopo quarant'anni e sei finale perse la coppa nazionale spagnola torna all'Athletic Club che ai rigori ha superato il club amato dal tennista

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Che non fosse un buon momento per Rafa Nadal lo si era capito da un pezzo, ma da ieri sera c’è un motivo per capacitarsi di quanto il periodo sia maledetto. Non bastassero le delusioni legate all’impossibilità di tornare in campo, col fresco annuncio della mancata partecipazione al torneo di Montecarlo, il tennista di Manacor ha dovuto digerire un altro boccone amaro: il suo Mallorca ha infatti perso la finale di Copa del Rey ai calci di rigore contro l’Athletic Club, che dopo 40 anni (e 6 finali perse) è tornato a mettere le mani sulla coppa nazionale spagnola. Il tutto sotto gli occhi di Nadal, presente in tribuna a La Cartuja di Siviglia per sostenere la squadra della propria isola, con tanto di sciarpa al collo. Lui che è anche tifoso del Real, ma che evidentemente non ha rinnegato le sue origini. Quelle origini che nella serata andalusa gli hanno riservato un’altra delusione.

Illusione pirata per il Maiorca: Muriqi non basta

Il Mallorca invero le ha provate tutte per provare a mettere le mani sulla coppa, passando in vantaggio dopo 21’ grazie alla stoccata di Dani Rodriguez in coda a un’azione insistita sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Seppur partisse senza i favori del pronostico, la squadra di Aguirre ha dimostrato di non essere arrivata in finale per caso: ha imbrigliato la manovra dell’Athletic facendo molta densità nella propria metà campo, affidandosi poi alla capacità di far salire i compagni del “pirata” Muriqi, stoico nel restare in campo per 120’ nonostante un colpo alla testa che lo ha costretto a fasciare completamente la nuca.

I baschi, al solito manovrieri ma incapaci di trovare spazi, hanno premuto molto nel finale di primo tempo (anche una rete annullata a Nico Williams per un fuorigioco millimetrico), andando più volte vicini al gol e trovandolo in apertura di ripresa grazie a Sancet, innescato proprio da una grande giocata del più piccolo dei fratelli Williams. Per i restanti 70’ la palla è stata quasi costantemente tra i piedi della formazione di Valverde, che pure ha faticato a trovare opportunità nitide da gol, complice l’ermetica linea difensiva schierata dagli isolani.

Rigori inevitabili: la decide Berenguer

La gara s’è trascinata così fino ai supplementari, dove l’Athletic ha cambiato pelle in avanti (dentro Raul Garcia, Muniain e Berenguer), ma dove soprattutto Valverde ha dimostrato di poter attingere a tanta qualità dalla panchina: tutti coloro che sono stati mandati in campo per calciare gli eventuali rigori (incluso Vesga) hanno risposto presente, trasformando il proprio penalty.

Decisivi sono stati gli errori di Morlanes (parata di Agirrezabala) e dell’ex Torino Radoncic, che ha spedito il suo rigore alle stelle. Non ha sbagliato invece un altro ex granata, vale a dire Berenguer, che ha siglato la rete del definitivo 4-2 con la quale ha rotto un incantesimo che a Bilbao durava da 40 anni (ultima finale vinta contro il Barcellona di Maradona).

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