Inaugurato nel 2021, l’International Broadcast Center è il centro nevralgico della produzione dei contenuti della Serie A. Un progetto che sta permettendo a tutto il movimento di crescere e di mettersi in mostra, attirando l’attenzione di emulatori stranieri.
Il movimento calcistico italiano sta vivendo un periodo storico particolarmente complicato.
Complice l’enorme danno d’immagine dovuto alla, doppia, mancata qualificazione ai Mondiali e ai deludenti risultati ottenuti dai club dello stivale in UEFA Champions League nell’ultimo decennio.
In mezzo, quasi a fungere da oasi nel deserto, l’inaspettata quanto importante vittoria agli Europei del 2020 e il successo della Roma in Conference League.
Realtà calcistica italiana che, tuttavia, sta ritrovando linfa e visibilità grazie alla netta evoluzione delle proprie strategie comunicative e produttive, tale da portare ad un’escalation verticale nell’ultimo anno valsa addirittura la vittoria, da parte della Serie A, dell’Innovation Award ai Global Soccer Awards 2021 a Dubai.
Risultato ottenuto grazie alla nuova grande novità del football locale: l’International Broadcast Center di Lissone, centro alle porte di Milano all’interno del quale convogliano non solo il Var Center del nostro Paese, ma anche la produzione dei contenuti media del massimo campionato italiano.
Le caratteristiche dell’IBC
Il progetto è stato inaugurato nel 2021 e realizzato in appena 4 mesi, diventando un assoluto punto di riferimento del settore. Un centro che mancava e che adesso risulta essere imprescindibile per continuare i lavori di ammodernamento e sviluppo del calcio italiano.
Un vero e proprio fiore all’occhiello per tutto il movimento tale da portare Javier Tebas, presidente de LaLiga, a visitare la struttura con l’intento di ereditare informazioni utili da poter replicare in Spagna.
Fotografia della stima che l’International Broadcast Center è riuscita a raccogliere in appena un anno di attività, anche da parte di una realtà, come quella iberica, estremamente attiva dal punto di vista tecnologico e comunicativo con oltre 8,56 milioni di iscritti sul proprio canale YouTube.
Uno step necessario e vitale per toccare con mano tutte le opportunità insite nel calcio e che, anche a livello strutturale, permette di lavorare in modo capillare su tutti i dettagli utili per migliorare in modo perpetuo ed intelligente.
I numeri dell’impianto sono davvero importanti e rendono la IBC uno dei punti più rosei ed innovativi sui quali costruire presente e futuro di questo sport in Italia. Nello specifico:
Building e Impianti
- 2.400 mq su 2 piani;
- 80 tecnici e addetti alla produzione;
- 1 megawatt di energia elettrica;
- 980.000 frigorie di condizionamento;
- 130 km di cavi elettrici;
- 65 km di cavi video e fibra ottica;
- 40 km di cavi dati;
- 230 monitor TV.
Facilities di Produzione
- 24 postazioni editing;
- 16 cabine di commento;
- 3 sale di postproduzione;
- 1 Master Control Room;
- 1 Control Content Room;
- 1 sala per infografica;
- 2 sale per virtualizzazioni;
- 1 sala conferenze.
Var rooms
- 12 sale VAR;
- 1 sala supervisione.
Connettività
- 17 stadi Serie A collegati in fibra ottica;
- 10 + 10 Gbps connettività Stadio/IBC;
- 1080p50 Segnali HD;
- 2160p50 Segnali 4K;
- 12 + 12 segnali Stadio/IBC;
- 4 + 4 segnali ritorno IBC/Stadio;
- 320 segnali smistati per match round;
- 5 differenti contenuti prodotti e distribuiti in Italia, Europa, America, Asia e MENA per singola partita.
L’obbiettivo dichiarato e manifestato da una struttura all’avanguardia come questa è quello di dar vita ad una progettualità tale da poter conoscere, analizzare e studiare tutti i trend tecnologici del momento per restare al passo coi tempi.
Ponendosi come modelli cui ispirarsi le leghe americane della NBA e della NFL, più avanti rispetto a tutti per quanto concerne contenuti e produzione televisiva.
Un lavoro parallelo su entrambe con l’intento di mixarne i punti di forza che ha permesso di migliorare nettamente il canale YouTube della Serie A, portandolo ad aumentare sensibilmente il proprio numero di iscritti, toccando quota 8,48 milioni.
Risultato fondamentale considerando l’impatto di social e piattaforme digital sulla football industry con quella video troppo poco spesso, erroneamente, citata tra i possibili punti di forza di una progettazione comunicativa davvero all’avanguardia.
Sede ufficiale del VAR
Il Var Center di Lissone rappresenta un punto di partenza per tutto il calcio italiano.
La sua struttura centralizzata permette infatti alle istituzioni sportive apicali del nostro Paese, Lega Serie A e FIGC, di rinnovare totalmente uno sport che ha dato tanto in passato, ma che oggi appare in difficoltà, specie se messo a confronto con campionati top europei come la Premier League.
Uno step per innescare un cambiamento forse tardivo, ma ora quantomai fondamentale.
E lo si coglie dalle parole di Gabriele Gravina, presidente della FIGC, il quale, al momento dell’inaugurazione del centro, ha dichiarato: “Questo progetto della Var Room centralizzata è un sogno che si realizza e che diversi mesi fa sembrava irrealizzabile. La struttura rappresenta una nuova eccellenza del calcio e dello sport italiano e ci fa capire che siamo entrati in una nuova era”.
Investitura quindi ufficiale ottenuta dall’alto e che attribuisce non poca importanza al progetto. Supportato oltretutto dalla categoria arbitrale rappresentata da Gianluca Rocchi, designatore per la Serie A.
Considerata l’importanza data dall’avvento di questa tecnologia nel gioco del calcio, utile non solo per ridurre il margine d’errore ma anche per alleggerire la professione di una categoria molto spesso trattata come capro espiatorio da media e tifosi.
Dotarsi quindi di un centro ufficiale in Italia non può che rafforzare l’utilizzo e l’annesso miglioramento della Video Assistant Referee.
Ma come funziona, concretamente, la sala?
Il centro è organizzato in 12 sale VAR, elaborate per garantire, al contempo, una costante comunicazione con l’arbitro in campo ed un utilizzo della tecnologia tale da poter individuare tutte le situazioni di gioco meritevoli di una seconda valutazione.
Dotate di 230 monitor gestiti da 80 tecnici, sono presenti addetti alla produzione, arbitri VAR e ma anche membri della Lega Calcio all’interno degli uffici di Lissone.
Durante le partite le stanze sono utilizzate per ospitare la sala VAR e dentro la VAR room sono presenti quattro persone: l’arbitro Var, l’Avar (assistente dell’arbitro) e due tecnici.
Ognuno di essi ha uno schermo davanti e altri maxi schermi da cui rivedere le immagini della partita e durante i 90 minuti di gioco, ci sono da un minimo di 12 a un massimo di 18 telecamere accese (per i match di cartello).
Addetti, tecnici e arbitri VAR collaborano nella postazione di comando della sala principale, concentrando il lavoro sull’utilizzo di due pulsanti:
- Quello verde per identificare il time code e direzionare tutte le telecamere sull’episodio dubbio, mentre l’assistente continua a seguire la gara live;
- Quello rosso per comunicare con l’arbitro, dando vita a feedback costanti per garantire in ogni momento il sostegno dato dalla tecnologia.
La sede della Media House
Quando si parla della IBC di Lissone un aspetto che viene sempre aggiunto durante la descrizione del centro è il fatto che la struttura non sia dedita solamente alla VAR, nonostante questa rappresenti una delle argomentazioni del momento.
All’interno del centro, infatti, troviamo anche la Media House presso la quale la Serie A produce tutti i propri contenuti comunicativi e digitali.
Dalla produzione di highlights in italiano, inglese ed arabo, alla creazione di grafiche ad hoc e alla virtualizzazione, a livello nazionale ed internazionale, degli sponsor a bordo campo.
Tutte attività svolte nell’arco di pochissimi secondi grazie ad una tecnologica massiva e moderna e che hanno garantito all’Italia d un balzo in avanti sotto il punto di vista della produzione e della comunicazione.
Secondo i dati raccolti da Talkwalker, infatti, quella italiana è la lega con il maggior numero di partnership contents, in grado anche di aprire un proprio canale ufficiale per tutta l’area MENA.
Dopo una stagione, quella 2021/222, durante la quale il canale YouTube della Serie A era stato broadcaster ufficiale per quella zona geografica e a seguito del mancato rinnovamento della cessione dei diritti, infatti, il massimo campionato italiano ha inaugurato un proprio canale ufficiale dedicato a Medio Oriente e Nord Africa.
Cominciando con la trasmissione di 5 partite live, per poi passare a 10 considerato il grande successo ottenuto.