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L'ultimo saluto a Andrea Rinaldi: il ricordo della sorella Giulia

Nel campo sportivo di Cermenate, la cerimonia funebre per il calciatore Andrea Rinaldi colpito da aneurisma

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Nel campo che più ha amato, quello di calcio, Andrea Rinaldi è stato salutato dalle persone che lo hanno stimato, conosciuto o semplicemente ha saputo emozionare, con la sua passione e la dedizione a quel pallone che lo accompagna e lo seguirà comunque.

I funerali sono stati celebrati nello stadio della sua Cermenate; sul manto erboso distanziati e coperti da mascherine, le 400 persone ammesse si sono disposte ordinatamente, senza alcun eccesso. Hanno deciso, nella compostezza del loro silenzio, di rendere omaggio a questo ragazzo che ha combattuto coraggiosamente contro un aneurisma devastante.

Mamma Elisa e papà Mimmo sono distrutti ed è la sorella Giulia a leggere una lettera straziante, sostenuta dalla madre: “Fratello mio, è così difficile da accettare. Tu, anima mia, sei volato via lasciando un vuoto incolmabile – ha detto Giulia -. La bontà era una delle tue qualità migliori e il sorriso sempre stampato sul tuo volto. Ed è così che voglio ricordarti. Perché tu sei questo, quello che non si è mai arreso nonostante le salite faticose”. “Ti ritrovo in ogni mio respiro, in ogni angolo della casa. Sei stato un dono per tutti quelli che ti hanno conosciuto”. “Ti prometto che ti porterò sempre con me e per sempre ti amerò. Ora e sempre rimarrai dentro di me, incancellabile. Ciao fratello mio, ti amerò per sempre. Immensamente e per sempre”

“Ti avevo conosciuto proprio qua e si vedeva già da piccolo che avevi una marcia in più rispetto ai suoi compagni. Chiedo ai ragazzi, qui, di prendere esempio da Andrea. Un ragazzo sorridente, leale, e rispettoso verso gli altri”, ha ricordato nel suo breve discorso il sindaco, Luciano Pizzutto.

L’ultimo saluto ad Andrea Rinaldi dal campo sportivo

La comunità si è stretto intorno alla sua famiglia, nel giorno più difficile, quello dell’addio ad Andrea. Una bara bianca coperta dalle maglie, le sue, indossate negli anni dedicati al campo su cui aveva corso e inseguito il sogno di riempire la sua vita della passione che nutriva, per quel mondo che lo vedeva protagonista da sempre, da quando aveva iniziato a tirare palloni e che lo aveva portato tra le fila delle giovanili dell’Atalanta e cresciuto come mediano. E composto con cura dalla sua mamma, Elisa mentre suonano le note de “La leva calcistica della classe ’68” di Francesco De Gregori.

Una folla composta nel dolore e nel rispetto delle nuove regole ha occupato ogni spazio consentito, per un gesto di empatia, di umanità nei riguardi dei suoi genitori che lo hanno assistito e nulla hanno potuto fare di più, quando Andrea ha accusato – a casa – quel malore rivelatosi fatale. Si stava allenando da solo, per via delle restrizioni legate alle normative vigenti ed era seguito a distanza dall’allenatore del Legnano calcio e dallo staff della società, a cui si era unito l’estate scorsa.

Funerali rinviati per via dell’organizzazione: 400 partecipanti

Familiari, amici e compagni di squadra hanno atteso, in un crescendo di stupore e rammarico per una perdita così ingiusta, una settimana prima di dargli l’ultimo saluto: le misure di contenimento per la diffusione dei contagi hanno impedito che le esequie si svolgessero prima. Dal posto che più amava e verso cui nutriva il massimo rispetto: il rettangolo di gioco.

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