Tre anni, 101 gol realizzati, cinque titoli, un indubbio salto di qualità per il club a livello di visibilità planetaria, a livello social e non solo e un discreto boom a livello di merchandising. Sono stati questi gli effetti positivi più visibili del periodo trascorso alla Juventus da Cristiano Ronaldo, il cui arrivo a Torino nell’estate 2018 viene però visto oggi da parte della critica come un boomerang, se non come l’inizio del declino cui sarebbe andato incontro il club a livello di competitività, ma anche di gestione dei bilanci.
- Cristiano Ronaldo e la Juventus: titoli, gol e il rimpianto Champions League
- La Juventus trema: Cristiano Ronaldo batte cassa
- Juventus, la manovra stipendi e il giallo della "carta Ronaldo"
Cristiano Ronaldo e la Juventus: titoli, gol e il rimpianto Champions League
Del resto a volere con forza quello che può essere considerato come l’acquisto del secolo per il calcio italiano fu proprio l’allora presidente Andrea Agnelli, convinto che l’inserimento del fuoriclasse portoghese, oltre che garantire il salto di qualità a livello di visibilità del brand, avrebbe permesso ad una squadra già padrona in Italia di coronare il sogno di vincere l’agognata Champions League.
Le cose sono andate diversamente, Cristiano ha fatto la differenza in Europa di fatto solo nella famosa partita di ritorno degli ottavi 2019 contro l’Atletico Madrid e anzi la sua avventura continentale con la Juve si è di fatto chiusa con il malinconico saltello in barriera che favori il gol qualificazione del Porto negli ottavi 2021, sancendo l’eliminazione della Juventus targata Andrea Pirlo e di fatto la fine dell’esperienza italiana di CR7.
La Juventus trema: Cristiano Ronaldo batte cassa
Come se non bastasse proprio il nome di Ronaldo rischia di inguaiare seriamente la Juventus relativamente all’inchiesta penale in corso sul presunto falso in bilancio, che preoccupa assai di più lo stato maggiore del club e i tifosi rispetto all’eventuale riapertura sportiva del caso plusvalenze. La famosa “carta Ronaldo”, ovvero il documento la cui esistenza è stata ricostruita dai pm Bendoni, Santoriello e Gianoglio che conducono le indagini sui bilanci degli ultimi tre anni della Juventus sulla base di intercettazioni e scritture private, rinvenute in studi legali associati alla Juventus, dimostrerebbe infatti l’esistenza di un accordo da quasi 20 milioni di euro da versare a CR7 anche in caso di addio alla Juve, cifra che non sarebbe registrata a bilancio.
Ebbene, la “carta” torna far parlare, tanto per la famosa intercettazione attribuita a Cesare Gabasio, legale rappresentante del club (“Se salta fuori ci saltano alla gola… tutto sul bilancio, i revisori e tutto. Va a finire che ci tocca fare una transazione finta”, transazione che comunque non sarebbe mai avvenuta), in un dialogo con Federico Cherubini, ma soprattutto perché lo stesso Cristiano sarebbe pronto a invocare il pagamento di quei 20 milioni, che corrispondono a tre mensilità di stipendio dilazionate. A riportare la notizia sono Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.
Juventus, la manovra stipendi e il giallo della “carta Ronaldo”
La cifra dovrebbe essere stornata da quella complessiva di 34 milioni che, ricostruita attraverso le scritture private, sarebbe legata alla cosiddetta “seconda manovra stipendi”, ovvero le mensilità a cui i giocatori avrebbero dovuto rinunciare per agevolare il club alle prese con le conseguenze economiche della pandemia di Coronavirus. La “manovra” risale al 2021, ma secondo l’accusa gli stipendi sarebbero stati in realtà regolarmente pagati e soltanto dilazionati.
Tale cifra manca all’appello del bilancio della Juventus, che deve ancora essere approvato dopo il doppio rinvio tra ottobre e novembre dell’assemblea degli azionisti, rinviata al 27 dicembre, 20 giorni prima di quel 18 gennaio 2023, data in cui si insedierà il nuovo Consiglio di Amministrazione dopo le dimissioni di massa che, nella serata di lunedì 28 novembre, hanno riscritto la storia del club bianconero.