Prima l’indice di liquidità e i problemi che paralizzano il mercato in entrata, poi la paura dei tifosi delle possibili dimissioni di Sarri, quindi l’allarme (rientrato) per la salute di Lotito ricoverato per accertamenti e ora anche uno sgarbo ai giornalisti. Giorni caldi in casa Lazio, il club biancoceleste con una decisione improvvisa ha cambiato le carte in tavola sulla presentazione del tecnico, facendo infuriare la stampa.
Nessun giornalista alla conferenza
A poche ore dalla presentazione la società ha modificato le modalità del debutto davanti ai microfoni di Maurizio Sarri. Il tecnico parlerà sì domani, giovedì 10 luglio, alle ore 18, come previsto, ma lo farà senza alcun giornalista in sala. Nessuna domanda dal vivo: il tecnico di Figline parlerà dagli studi televisivi di Formello e in diretta sul proprio sito e su Lazio Style Radio. “L’evento non sarà aperto al pubblico né alla stampa in presenza”, si legge nel comunicato: “È possibile inviare una domanda per testata, indicando nome e cognome del giornalista, entro le 19 di mercoledì 9 luglio. Le domande saranno lette in studio nel corso della diretta”.
La critica di Zazzaroni
Una presa di posizione fortemente contestata dalla stampa che ha spinto anche il direttore del Corriere dello sport Ivan Zazzaroni a protestare nel suo editoriale. Questo il passaggio più significativo: “Il lavoro del giornalista nella conferenza stampa è quello di fare domande che spesso vengono ispirate dalle risposte dell’intervistato. Le domande poste in anticipo vanno bene soltanto per le interrogazioni di fine anno quando rischi la bocciatura e i professori ti vogliono aiutare. Non è il caso di Sarri che sa cavarsela benissimo da solo in tutte le situazioni, anche le più scomode.
Nel caso in cui la Lazio avesse qualche chiarimento da chiedere o precisazione da fare a proposito di questa vicenda, può inviare le domande e le osservazioni in anticipo a segreteria@corsport.it entro le 19 di oggi”.
L’annuncio del tecnico biancoceleste
Sarri intanto aveva parlato già in occasione del Premio Sportilia a Santa Sofia, rivelando i motivi del suo ritorno alla Lazio: «Sono tornato perché il percorso non era stato completato e non potevo lasciare il popolo laziale nel momento in cui ha un problema. Mi ero dimesso perché avevo problemi personali, non mi consentivano di affrontare i problemi del calcio per cui non riuscivo a dare quello che volevo dare. Adesso invece so di poterlo dare. Nei primi mesi di disoccupazione non mi sono occupato di calcio assolutamente, negli ultimi due-tre ho visto 1.000 partite e 1.000 giocatori e mi ritrovo col mercato bloccato». Domani non ci sarà neanche Lotito, ancora ricoverato al Gemelli.