Con lui in campo, almeno per quanto riguarda il prato verde di San Siro, l’ Inter parte sempre con un goal di vantaggio sugli avversari: Edin Dzeko sta dimostrando – o meglio confermando – tutto il suo valore, smentendo gli scettici che non credevano ad una sua ribalta nel contesto nerazzurro a 35 anni suonati.
Invece il bosniaco può contare su un fisico da fare invidia ai più giovani e su un fiuto della rete non comune, mostrato in tutta la sua accecante bellezza nel giardino di casa: a Milano, nelle gare interne di campionato, Dzeko ha sempre timbrato il cartellino mietendo quattro vittime (Genoa, Bologna, Atalanta e Juventus).
Se allarghiamo il campo anche alla Champions League, scopriamo come l’ex Roma abbia mancato l’appuntamento con la gioia personale soltanto in occasione dell’esordio nel girone contro il Real Madrid, a cui peraltro avrebbe potuto far male se solo Courtois non si fosse messo di mezzo con i suoi interventi salva risultato. Previsione rispettata con lo Sheriff Tiraspol, punito con un gran tiro al volo nel 3-1 del 19 ottobre.
A Empoli Inzaghi l’ha fatto accomodare in panchina nel rispetto delle rotazioni offensive (che oggi dovrebbero coinvolgere Lautaro), ma contro l’Udinese Dzeko sarà regolarmente al suo posto accanto ad uno tra Correa e Sanchez: in Toscana ha giocato soltanto qualche minuto nel finale, giusto per non rilassarsi troppo in vista di un periodo delicato che porterà l’Inter ad affrontare Milan e Napoli in rapida successione.
Dzeko, a suo modo, è comunque già nella storia dell’Inter: dopo le prime dieci giornate soltanto Nyers, Quaresima (entrambi a quota 9) e Ronaldo (8) avevano siglato più reti di lui, ‘fermo’ a 7 che peraltro coincide con il numero di marcature messe a segno in tutto lo scorso campionato con la maglia della Roma.
Con un ulteriore squillo avrebbe un ruolino già migliore e continuerebbe ad alimentare quella che ormai sta diventando una solida tradizione tra le mura amiche: Dzeko e il goal, uniti più che mai da un filo diretto chiamato San Siro.