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Lo sfogo di Mughini dopo il disastro a Verona

Il giornalista tifoso della Juve analizza i difetti dei bianconeri

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Lo sfogo di Mughini dopo il disastro a Verona Fonte: Facebook

Non aveva dei presentimenti felici ed ha avuto ragione. Giampiero Mughini, come tutti i tifosi della Juventus, è rimasto deluso dalla sconfitta della sua squadra del cuore a Verona ed ora comincia ad aver paura. Un sentimento diffuso tra tutti i fan bianconeri che vedono la loro squadra arrancare, prendere valanghe di gol e perdere con una continuità sconosciuta negli ultimi 8 anni.

LA PAURA – Mughini si sfoga con una lettera aperta a Dagospia in cui esprime la sua amarezza ma non se la prende con Sarri, a differenza della stragrande maggioranza del popolo bianconero: “Una partita che temevo moltissimo e che è andata peggio di quanto mi aspettassi. Un Verona che ha dominato per i primi trenta minuti e che poi non s’è intimidita dopo un gol di Ronaldo nel secondo tempo da favola”.

NON BASTA – Mughini racconta il capolavoro di Cr7 (“Lo spiraglio era minimo, e lì dentro lui ha cacciato la palla dentro la rete. Meraviglia”) ma poi inizia lo strazio: “A questo punto la partita sarebbe finita, non fosse che la Juve di quest’anno non è una squadra sovrana. Da che mondo è mondo le partite si vincono in difesa, tenendo botta quando ti aggrediscono. Da che mondo è mondo è così, altro che il “sarrismo” contrapposto alla maniera “Allegri”, ossia una squadra che fluttua a meraviglia in attacco. Ma nemmeno per idea”.

L’ERRORE – Il giornalista scrive: “Hai un gol di vantaggio, capitalizzalo. E invece la Juve 2019-2020 è riuscita a prendere due gol in venti minuti, uno più sciocco dell’altro. Succede…E’ la bellezza di un torneo dove la competizione per lo scudetto è aperta, apertissima. Sta all’Inter confermarlo. Se mette sotto il Milan, siamo a pari punti ahimé”.

ASSOLUZIONE – Arriva però l’assoluzione per Sarri: “E comunque Sarri, che tanti miei amici juventini crocifiggono, non c’entra nulla. E’ un grande uomo di calcio, solo che non significa niente. In campo vanno i giocatori…Quel che conta è che quest’anno siamo di un bel po’ di punti sotto la squadra di Allegri che non giocava chissà quale calcio ma che stravinceva. Quel che conta è che non uno dei giocatori arrivati quest’estate è minimamente decisivo. Niuno”.

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