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Lo stadio Stirpe del Frosinone brilla in una Serie B piena di tifosi

Lo stadio del Frosinone, il Benito Stirpe, è l'unico stadio di proprietà in una Serie B che sta battendo tutti i record di pubblico e si avvicina alla fase finale del torneo.

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Luigi Di Maso

Luigi Di Maso

Giornalista

Giornalista sportivo e professionista nel mondo della comunicazione digitale. Lavora insieme a club, leghe e brand nel mondo del calcio. È ormai da anni una delle anime del Social Football Summit di Roma. Per Virgilio Sport cura gli approfondimenti relativi all’intreccio tra i mondi del calcio, della comunicazione e del marketing

Lo stadio Stirpe del Frosinone brilla in una Serie B piena di tifosi

Stiamo assistendo ad una stagione di Serie B memorabile e tra le più cariche di significato di sempre.

Un campionato capace di mettere in discussione la stagione 2006-2007, quella iconica in cui si guadagnarono la promozione Juventus, Napoli e Genoa. È proprio il Grifone rossoblù, che non bazzicava il torneo cadetto proprio da quel campionato, che sta contribuendo all’enfasi e alle emozioni della Serie B 2022- 2023.

Come? Con uno spettacolo sugli spalti unico e invidiato anche negli altri massimi campionati in giro per il mondo.

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Bastano pochi click

Genoa e Bari: record di pubblico in Serie B

Foto dall'alto dello stadio Ferraris di Genova Fonte: Shutterstock

Nel weekend in cui il Genoa ha aperto la 31esima giornata di campionato giocando l’anticipo del venerdì contro la Reggina di Pippo Inzaghi, il pubblico del Grifone ha risposto presente all’appello del Luigi Ferraris con 30.755 presenze. Una cornice di pubblico che ha colorato di rossoblù l’intero stadio, intonando il nuovo canto non ancora ufficiale del club “Guasto d’Amore”, la canzone del tifoso e cantautore Bresh. Un altro genoano quest’anno sta battendo record proprio come la sua squadra del cuore, dato che la sua canzone è stata la più ascoltata nel mese di gennaio su Spotify.

Un traguardo quello ottenuto sugli spalti dal Genoa coadiuvato da più di 19.000 abbonati che hanno deciso di trascinare il Grifone dopo la retrocessione in Serie B.

Questi sono solo alcuni dei tanti primati che quest’anno la Serie B sta ottenendo.

La sfida del pubblico la sta vincendo per ora il Bari, altra piazza storica da quest’anno in cadetteria con un percorso inverso rispetto al Genoa, ovvero grazie alla promozione dalla Lega Pro. I Galletti guidati dalla sorpresa in panchina Michele Mignani (che è lo stesso tecnico della promozione) proprio contro i liguri hanno fatto segnare il record di spettatori maggiore in una singola partita di questa stagione: 48.887 tifosi al San Nicola di Bari nel boxing day del 26 dicembre.

Ad animare il campionato di Serie B ci sono tutti questi tifosi spinti dall’entusiasmo di un campionato di assoluto livello, con piazze come Palermo, Cagliari, Reggina, Venezia, Parma, Como, Brescia e Frosinone, oltre alle due già citate in precedenza.

Squadre che hanno scritto un pezzo di storia del calcio degli anni 90 e 2000 e che oggi aggiornano di nuovo la propria tradizione ascrivendo i record di spettatori del campionato. Mentre il campionato si avvicina sempre di più alla fase cruciale in cui si decidono promozioni e retrocessioni, dove ansie e speranze si mescolano o si vedono divise allo stadio dal valico degli opposti settori allo stadio, il pubblico riversa questo emozioni dimostrando che farlo direttamente nell’impianto sportivo della propria squadra del cuore può essere la soluzione più piacevole.

Ne è un esempio la 31ª giornata di Serie B che ha registrato il record della storia del campionato di presenze complessive registrate sommando tutte le 10 partite di quel turno. A 7 giornate dalla fine si è registrato così il record di 131.294 tifosi distribuiti rispettivamente così:

  • Ascoli-Brescia – 6.628
  • Bari-Benevento – 21.082
  • Cagliari-Sudtirol – 16.125
  • Cosenza-Pisa – 9.200
  • Genoa-Reggina – 30.755
  • Modena-Cittadella – 10.418
  • Parma-Palermo – 14.839
  • Perugia-Frosinone – 6868
  • Spal-Ternana – 8.787
  • Venezia-Como – 6.592

Tra le 20 squadre del campionato di Serie B 2022-2023 però, c’è un club che spicca per due virtuosismi.

Mi riferisco al Frosinone, la compagine ciociara che può vantare la media di spettatori maggiore in proporzione al numero di abitanti della città, ma soprattutto uno stadio, il Benito Stirpe, di proprietà del club e della famiglia Stirpe appunto, proprietaria per la prima volta dal 1965.

Il Benito Stirpe di Frosinone, uno dei pochi stadi di proprietà

Vista dall'interno dello stadio di Frosinone Fonte:

In Italia abbiamo un problema ormai iper-inflazionato da più di una decina di anni, ma su cui si spendono solo parole e non investimenti.

Parlo del problema degli stadi di proprietà nel calcio italiano, una spada di Damocle che si abbatte sul nostro sistema calcio e da cui non riusciamo ad uscirne trovando una soluzione che possa funzionare da standard per i diversi club di Serie A e Serie B.

Un esempio virtuoso però, e magari replicabile in altre città, è quello del Frosinone e dello stadio Benito Stirpe.

Un impianto costato poco più di 11 milioni di euro tra lavori di ristrutturazione recenti e risoluzione di problemi che il vecchio impianto Casaleno si portava avanti da diversi anni. La struttura su cui oggi sorge il nuovo Benito Stirpe infatti risale a dei lavori avviati in occasione dei Mondiali di Italia ‘90. A causa di problemi di approvvigionamento finanziario i lavori però vennero sospesi prima della competizione vinta dalla Germania.

Solo dopo tanti anni di abbandono e di progetti di finanziamento regionale e privati mai concretizzati si è arrivati alla struttura che possiamo ammirare oggi, portata a termine definitivamente nel 2017. Non prima della prima e meritata storica promozione del Frosinone in Serie A nel 2015, quando la squadra capitanata da Federico Dionisi giocava ancora al vecchio Stadio Comunale “Matusa” all’interno della città, oggi luogo in cui sorge un parco pubblico con la tribuna dello stadio unico pezzo rimasto in piedi che oggi funge da luogo di socializzazione.

Parco Matusa di Frosinone Fonte:

La promozione in Serie A però fu il vero volano che diede una scossa indiretta al progetto di stadio del Benito Stirpe.

Per la Serie A, infatti, serviva uno stadio con una capienza minima di 16.000 posti. Per il primo anno di massima serie i Ciociari hanno potuto beneficiare di una sorta di deroga dovuta al fatto che si trattasse di una squadra al primo anno assoluto in Serie A, oltre che di una città da meno di 100.000 abitanti (Frosinone non arriva ai 50 mila), con l’obbligo però di adeguarsi per l’eventuale stagione successiva di Serie A.

In quel momento, quindi nella stagione 2015-2016, il Frosinone insieme al Comune della città decise di optare per quella che si può tranquillamente definire la costruzione del nuovo stadio dove sorgeva il Casaleno, anziché ristrutturare il troppo vecchio Matusa che divenne appunto un parco comunale negli anni successivi.

Così nel 2017 lo stadio Stirpe vede la luce. Tra l’altro solo in occasione della settima giornata di campionato per ritardi nell’omologazione dell’impianto per la stagione in corso. Il 2 ottobre di quell’anno sarà la Cremonese a battezzare il nuovo Benito Stirpe, in una partita finita con un pareggio a reti bianche.

Per quella partita le emozioni si registrarono soprattutto fuori da rettangolo di gioco. Tornano protagonisti i tifosi, di nuovo loro. Quelli ciociari in questo caso, che dedicarono la prima storica coreografia al presidente Maurizio rappresentato insieme allo stadio, ad un leone che è stemma della società e, soprattutto, a suo padre Benito Stirpe, con uno striscione di ringraziamento con la frase “Un sogno che diventa realtà…siete l’orgoglio di questa città”.

Iconica poi la scena del presidente del Frosinone in ginocchio a bordo campo per ringraziare i tifosi durante la coreografia.

Il presidente del CONI Giovanni Malagò presente alla cerimonia di inaugurazione avvenuta qualche giorno prima del match di campionato contro la Cremonese invece, ne approfittò per mandare un messaggio al calcio italiano, come potete immaginare, rimasto ancora inaccolto: “Questo impianto è un gioiello, andrebbe preso e copiato in tutta Italia, salvo le grandi città”.

Oggi il Benito Stirpe è un asset importante per il Frosinone. Una risorsa che permette un vantaggio competitivo ed un’ulteriore risorsa per differenziare le fonti di monetizzazione, proprio come mi racconta Salvatore Gualtieri, il direttore marketing e comunicazione del Frosinone, nonché uno dei consiglieri di Lega Serie B.

«Noi abbiamo la missione di far vivere lo stadio tutti i giorni, non solo nel matchday. Per questo ci siamo strutturati con un’area eventi che lavora a stretto contatto con quella marketing. Si occupa proprio di questa missione e devo dire che nel giro di questi anni abbiamo organizzato eventi di svariate tipologie.

Mediamente riusciamo a fare 50-52 eventi all’anno. Dai meeting di aziende alle riunioni con i clienti, presentazione di prodotti nuovi, di libri, incontri istituzionali o master. Per dirti, nel 2022 abbiamo dato lo stadio in affitto per 10 giorni ad uno studio di produzione televisiva.

Addirittura, una volta abbiamo affittato il piazzale davanti lo stadio per una fiera, in altri casi abbiamo affittato lo stadio per concerti, però quelli generalmente li puoi fare in un periodo limitato a giugno e luglio. Nel primo anno ne abbiamo fatti 2.

Questo per farti capire che con uno stadio di proprietà puoi immaginarti diverse soluzioni per le fonti di introiti. Dipende tutto dalla creatività e proattività dell’area marketing ed eventi».

Chi ha già assistito ad una partita allo stadio Benito Stirpe sa bene quanto cambi l’esperienza partita in un impianto del genere. La visibilità ottima è garantita in ogni parte dello stadio, al di là se si acquista un biglietto in curva o in tribuna. Oltre al fatto che l’intro stadio è dotato di copertura, anche il settore ospiti. Un caso raro in Italia dove le strutture pensate e costruite più di 50 anni fa non prevedevano quasi mai confort che nel calcio moderno dovrebbero essere una garanzia.

Gualtieri mi ha parlato di uno stadio “che deve vivere tutti i giorni”.

Poter gestire in piena autonomia il proprio stadio permette di riempire lo stadio anche nei periodi senza campionato come giugno e luglio, oltre a riempire le casse del club. Infatti, il direttore del Frosinone mi conferma che quello è il periodo in cui si può affittare lo stadio per concerti, come successo subito dopo l’inaugurazione nel 2018, quando artisti del calibro di Bobby Kimball e David Guetta hanno suonato allo Stirpe e a Frosinone in occasione degli European Latin Awards 2018.

«Questo tipo di monetizzazione dipende dall’accordo che fai volta per volta con la controparte, generalmente ci sono 2 tipi di trattative.

In uno puoi dividere i costi vivi necessari per l’apertura dello stadio, e poi si divide tutto l’incasso. Nell’altro tu chiedi un fisso per l’affitto e poi chi organizza il concerto si prende tutti i ricavi che riesce a generare».

Lo stadio di proprietà e il rapporto di fiducia che si crea con i propri tifosi, e il caso del Frosinone è l’esempio perfetto, sono alcuni degli elementi che permettono al club della Ciociaria di stazionare stabilmente tra Serie A e Serie B dando continuità ai risultati, con la serenità di poter crescere i giovani calciatori e con bilanci che mirano sempre al colore verde.

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