Qualche giorno fa ha annunciato l’intenzione di rimanere al timone dell’Italia del volley femminile fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, dove le Azzurre – con qualche volto nuovo rispetto a Parigi – proveranno a difendere il titolo conquistato la scorsa estate. Julio Velasco è il guru che ha ribaltato una Nazionale allo sbando, trasformandola in una macchina perfetta. E Andrea Lucchetta, che lo conosce bene, svela il suo segreto in un’intervista destinata a far discutere, concessa a Il Giornale.
- Volley, Lucchetta e il doppio cambio di Velasco
- La teoria di "Lucky": "Vittoria col modello maschile"
- Julio Velasco tra Dan Peterson ed Enzo Bearzot
- La proposta di Lucchetta per Velasco e il volley italiano
Volley, Lucchetta e il doppio cambio di Velasco
Rispondendo alle domande di Sergio Arcobelli, “Lucky” – uno dei big della ‘Generazione di Fenomeni’ che ha portato, proprio sotto Velasco, l’Italia sul tetto del mondo negli Anni 90 – spiega come l’allenatore argentino, poi diventato italiano, abbia ribaltato le Azzurre dal punto di vista mentale, ancor prima che tecnico o tattico. Un segnale importante è stato quello del doppio cambio sistematico Cambi-Antropova per Orro-Egonu, che ha dato un duplice messaggio alla squadra (nessuna titolare inamovibile) e alle avversarie. Ma il lavoro più intenso è stato sotto un altro aspetto.
La teoria di “Lucky”: “Vittoria col modello maschile”
Qual è stato il maggior merito di Velasco? Ecco la spiegazione di Lucchetta: “Era dal 2018 che queste ragazze vagavano in giro in un universo in cui c’erano problematiche da risolvere. Le ha risolte un allenatore che ha messo un modello prettamente maschile, ha messo dei binari ferrei con i quali credere fermamente sul tutto e subito. E il tutto e subito è arrivato. Julio ha messo le cose giuste. Qui e ora, come il mantra olimpico”.
Julio Velasco tra Dan Peterson ed Enzo Bearzot
Del resto, Velasco è un grande affabulatore, un incantatore di masse coi suoi ragionamenti, le sue spiegazioni, le sue lezioni magistrali in panchina come in un’aula universitaria. Un comunicatore meraviglioso che, come rivela Lucchetta, “ha metafore come Dan Peterson. Ma Velasco è unico e ce l’abbiamo solo noi. Speriamo non entri in politica. La politica della medaglia d’oro è quella più vincente, anche rispetto al calcio. Con Bearzot li avrei visti bene insieme“.
La proposta di Lucchetta per Velasco e il volley italiano
Anche Lucchetta però sente di aver ancora tanto da dare al volley italiano, non solo nelle vesti di commentatore della Nazionale maschile (che qualche volta lo espongono a qualche critica) ma anche come parte attiva del processo di rinnovamento: “Il nostro movimento è in salute. La Federazione Italiana Pallavolo ha ottenuto successi a cascata dall’Under 23 fino all’Under 14. E questo fa ben sperare in vista di Los Angeles 2028. Io con Mario Barbiero e Marco Mencarelli sto portando avanti nelle scuole il progetto spikeball del volley S3 del quale vorrei parlare a Julio”.