Ben al di là delle prime due gare di questa stagione, Leonardo Mancuso è destinato ad entrare nel cuore degli appassionati di calcio italiani. Un po’ per la sua storia, che all’Empoli ricorda quella di un certo Ciccio Caputo, un po’ perché i suoi goal potrebbero diventare una costante del nuovo campionato di Serie A.
“Cosa ho provato dopo la rete che ci ha permesso di battere la Juve? È difficile spiegarlo: davanti agli occhi mi sono passati venti anni di calcio, di sacrifici, di momenti belli e brutti. Di una vita da professionista lontana dalle luci della ribalta, ma vissuta sempre con passione e impegno. Il calcio emoziona anche se non giochi in Serie A”.
Per Mancuso il goal alla Juventus, sua ex squadra che ha deciso di non puntare su di lui, è stato un momento speciale che porterà con sè sempre, come racconta a “La Gazzetta dello Sport”.
“A fine gara ho regalato ai tifosi azzurri i miei pantaloncini. La maglia no. Quella resterà con me per tutta la vita”.
E’ un momento magico per l’attaccante, che segue insieme agli altri giocatori dell’Empoli i consigli saggi di Andreazzoli.
“Ci ha detto e ridetto che se affronti spaventato le grandi, hai perso prima di scendere in campo. Alla vigilia della sfida contro i bianconeri ci aveva ripetuto, fino alla noia, che la Juve era la Juve, ma che ‘si poteva fare’. E noi lo abbiamo fatto”.
Tra gli scarpini e la canna da pesca: Mancuso trova tempo anche per la sua passione, valvola di sfogo importante per affrontare al meglio la routine da calciatore professionista.
“Penso di avere in casa più di una ventina di canne da pesca. Sono la disperazione di mia moglie: non sa più dove metterle. Una volta ho pescato una carpa di quasi venti chili: ho impiegato più di mezzora per tirarla fuori dall’acqua. E’ stata una grande emozione”.