Oggi avrebbe compiuto 54 anni. Sarebbe stato ancora giovanissimo. E invece Marco Pantani se n’è andato nel 2004, in solitudine. Troppo presto. Un vuoto mai del tutto colmato per i veri appassionati di ciclismo. Ma anche e soprattutto per i suoi familiari, per i tifosi del Pirata, per tutti coloro che lo avevano conosciuto e apprezzato anche dal vivo. Tra questi c’era Biagio Antonacci. Che ha confessato di avere un rimpianto riguardante l’ex mito romagnolo del ciclismo. E non di poco conto.
- L'Inter, Mou e Maradona nell'intervista a Sportweek
- Biagio Antonacci e la voglia di rivedere Marco Pantani
- La chiamata persa del Pirata e l'album dedicato da Biagio
L’Inter, Mou e Maradona nell’intervista a Sportweek
Tanti gli spunti d’interesse offerti dalla lunga intervista concessa a Sportweek dal cantautore milanese: il suo amore per l’Inter, la venerazione per Mourinho, anche se dopo l’ultimo match della Roma contro i nerazzurri a San Siro s’è meravigliato di come una squadra dello Special One possa giocare così male. E poi il racconto della notte magica di Madrid, in cui i nerazzurri hanno conquistato il Triplete e dagli altoparlanti del Bernabeu hanno diffuso uno dei suoi successi più conosciuti. E anche la conoscenza e la frequentazione di Maradona.
Biagio Antonacci e la voglia di rivedere Marco Pantani
Proprio rispondendo a una domanda che prende spunto da una canzone del suo nuovo album, “A cena con gli dei”, Antonacci ha parlato di Diego e di Marco. “Quale dio dello sport vorrei incontrare? Sarà scontato ma io dico Maradona, il più grande di tutti i tempi. L’ho conosciuto quando andava da Salvatore Bagni a Cesenatico, erano molto legati e quando cercava una compagnia vera veniva in Romagna. Un paio di volte sono andato anch’io, mangiavamo e io cantavo qualche canzone. Ecco, quelle cene le rivivrei volentieri, ma c’è qualcun altro con cui avrei davvero urgenza di parlare: Marco Pantani“.
La chiamata persa del Pirata e l’album dedicato da Biagio
La voglia di reincontrare il Pirata è legata a un piccolo, grande cruccio che Antonacci si porta dentro da quasi vent’anni: “Veniva spesso ai miei concerti, ogni tanto ci sentivamo e, due giorni dopo la sua morte, frugando nel cellulare che non era semplice da gestire come quelli di oggi, trovai una sua chiamata persa di qualche mese prima. Il pensiero di quella mancata risposta me lo porto ancora dietro e vorrei averlo vicino a questa cena con gli dei per chiedergli finalmente che cosa avesse da dirmi. L’unica cosa che ho potuto fare invece è stata dedicargli ‘Convivendo parte 1’, una canzone, ma meritava molto di più“.