Intervenuto ai microfoni di ‘Teleradiostereo’, l’ex centrocampista della Roma Marcos Assunçao ha rievocato i tre anni trascorsi in giallorosso.
La gioia di aver fatto parte della squadra campione d’Italia 2001 è ancora palpabile: “Seguo poco la Roma purtroppo, ma sono in contatto con Cafu, Zago, Aldair e con Vito Scala. Il giorno in cui vincemmo il campionato è il ricordo più bello. A Roma ho lasciato tanti amici, sono contentissimo di aver vinto il titolo e di aver giocato in una squadra così forte. La tifoseria se lo meritava”.
Una riflessione sul dramma Coronavirus e poi ancora ricordi, in particolare dello storico gol alla Juventus nel 2001 con lo scudetto sul petto…: “Qui in Brasile stiamo combattendo, è un momento difficile per tutto il mondo. C’è un clima molto brutto, anche se so che in Italia e Spagna la situazione è peggiore: in quei due Paesi ci ho lasciato il cuore e sono veramente triste per quello che stiamo vivendo”.
“Il mio erede nel calciare le punizioni? Difficile citarne uno, ai miei tempi ce ne erano tanti, c’era Mihajlovic, c’era Ronaldinho, Juninho… Giocare a Torino era difficilissimo, ma noi eravamo forti. Avevamo un gruppo di giocatori di altissimo livello. Segnare il gol della vittoria contro la Juventus fu una cosa bellissima. Il contropiede faceva per me perché mi piaceva tanto aiutare i compagni in attacco, quindi spesso cercavo di inserirmi davanti”.
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