Maurizio Sarri se la ride. La Juventus, che lo ha cacciato dopo lo scudetto vinto, il nono di fila dopo i tre di Antonio Conte e Massimiliano Allegri, sta facendo veramente fatica.
I tifosi bianconeri sono inviperiti e non sanno più con chi prendersela. La campagna acquisti si è rivelata al momento tutt’altro che azzeccata, se si eccettua l’arrivo di Alvaro Morata: per l’inserimento di Federico Chiesa servirà tempo, così come con Arthur, che Andrea Pirlo ha mandato in panchina in occasione della gara con i suoi ex compagni di squadra del Barcellona. Una partita che ha messo a nudo i limiti del gruppo affidato all’ex centrocampista e anche se il timoniere chiede tempo c’è bisogno di risultati immediati. Tre pareggi consecutivi in campionato hanno lasciato perplessi in tanti, anche per le modalità con le quali sono arrivati.
Il filo conduttore, insieme alla scarsa propensione a fare male alle difese avversarie (senza Cristiano Ronaldo sono arrivati due soli gol in campionato in due partite e due soli gol in Champions League, sempre in due partite), è rappresentato dalle critiche al reparto nevralgico. Anche se, ogni tanto, qualcuno alza la mano e si chiede perché, pur avendo in rosa due difensori non più giovani come Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci (entrambi hanno già palesato problemi fisici), ci si sia disfatti di Daniele Rugani, lasciato partire in direzione Rennes.
Sarri ha pagato per una serie di motivi, tra cui senza dubbio l’eliminazione dalla Champions League patita per mano del Lione, ma ora più di uno si interroga: il problema principale era proprio lui? Per ora a Pirlo vengono risparmiate critiche eccessive con la speranza che il processo di crescita si acceleri nei prossimi giorni. A partire dalla delicata sfida di campionato in casa dello Spezia, neopromossa che mette tanta grinta in campo.