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Mercato Juventus, Chiellini svela il futuro di Paulo Dybala

Il difensore bianconeri rivela anche quando lascerà il calcio.

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Mercato Juventus, Chiellini svela il futuro di Paulo Dybala Fonte: 123RF

Paulo Dybala doveva lasciare la Juventus in estate, è rimasto e ora sta facendo la differenza, come martedì scorso in Champions League. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport il capitano dei bianconeri Giorgio Chiellini, attualmente infortunato, ha elogiato la Joya per quanto sta facendo e ha parlato del suo futuro: “Secondo me Paulo continua a crescere, è un giocatore di livello internazionale. Lo ha dimostrato anche martedì. Anche lui è voluto rimanere qua. Ha avuto l’occasione di andare via ma è uno che ci tiene a fare il salto di qualità qui, è uno che ha portato la fascia di capitano con onore, perché l’ha meritato. Io non sarei proprio così sorpreso se Paulo facesse quello che hanno fatto Trezeguet, Camoranesi, Nedved, cioè un percorso importante nella storia della Juventus“.

“Paulo è una persona molto silenziosa – continua Chiellini -, un ragazzo d’oro che abbiamo visto crescere con noi. Paulo è uno che non parla tanto, ma alla fine fa, e lo dimostra in campo. L’anno scorso è stata etichettata come una stagione brutta di Dybala. Ma dipende da cosa gli si chiede. Se Dybala gioca prima punta fa anche 20 gol, ma se Dybala fa il centrocampista segna 5 gol e non c’è niente di male. Fa giocare la squadra, è importante anche in tanti altri ambiti”.

Il difensore dei campioni d’Italia, otto scudetti in bacheca, ha parlato anche del suo futuro: “Quanto giocherò? Un paio d’anni. Non di più. A me piacerebbe fare una carriera dirigenziale. Con grande calma perché penso che l’errore più grande di noi calciatori, finita la carriera, è pensare di essere subito pronti”.

Niente carriera da allenatore: “Mettere una squadra in campo e allenarla mezz’ora è bello, per tutti. Il distacco dal campo non è semplice, ma la vita di un allenatore non mi fa impazzire. Ormai non basta più un buon schema tattico, i tecnici devono essere sempre più psicologi e leader motivazionali. Sono gestori come può esserlo un amministratore di un’azienda che deve gestire almeno 50 o 60 persone. E’ una vita totalizzante: devi avere la vocazione, sicuramente. E poi accettare pressione e sacrifici di ogni genere”.

Sull’infortunio: “Anno nuovo, sicuro. Febbraio, marzo… dipende. Quando si parla di un infortunio così serio si fanno delle stime perché si va su una media di recupero fisiologica. Ci sono tanti step da fare”.

Le differenze tra Sarri e Allegri: “Il mister vive molto di numeri, schemi, Sarri va molto sul tecnico, sempre. E’ competente e dedicato. Poi cerca anche di stimolare, ma la parte preponderante è sempre un’analisi scientifica di tutto. Numeri, dati. Max più si avvicina la gara più tende a trasmettere pure sensazioni. Le basi te le ha già date, qualcosa ti dice su quelle due o tre situazioni, non ti dà tante informazioni numeriche ma cerca di stimolare un po’ più le altre cose. Come ho detto prima non c’è un approccio migliore o peggiore. La cosa in comune tra Sarri e Allegri è che ambedue vogliono vincere. Il modo di arrivarci è diverso”.

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