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Michele Marcolini: l’italiano di Malta

Oggi Michele Marcolini è responsabile dello sviluppo della nazionale maltese, è stato però un centrocampista simbolo del Chievo. La sua storia.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Michele Marcolini: l’italiano di Malta Fonte: Imago Images

L’italiano di Malta: questo è molto probabilmente il modo in cui può essere definito e chiamato Michele Marcolini, oggi allenatore proprio della formazione europea. In realtà, però, la sua carriera è davvero tutta da analizzare e da spiegare, perché di curiosità e di episodi da analizzare ce ne sono davvero tantissimi.

Marcolini è stato prima calciatore, poi tecnico una volta appesi gli scarpini al chiodo, ma anche un uomo dal carattere e dalla personalità a dir poco originale e particolare. Non resta dunque che entrare nello specifico e nel dettaglio di un addetto ai lavori su cui c’è davvero moltissimo da dire e che è stato uno dei simboli della favola chiamata Chievo. E la curiosità, quando si parla di quest’argomento, non può non essere tantissima.

Michele Marcolini calciatore: la sua carriera

Michele Marcolini nasce il 2 ottobre del 1975 a Savona. La passione per il calcio è una questione di famiglia, visto che suo nonno Roberto Longoni è stato una grande bandiera del Savona e anche suo padre, Antonio, ha giocato negli anni Settanta vestendo le maglie, tra le altre, di Bari e Savona. Marcolini decide, dunque, di continuare la tradizione di famiglia e di dedicarsi anche lui al calcio. Il suo percorso nelle giovanili è molto articolato, passando dal Vado al Quiliano fino alla Pegliese, per poi accasare sul finire degli anni ’80 al Torino, squadra che sarà determinante per il suo lancio nel calcio dei grandi. Con i granata Marcolini si fa strada e si mette in mostra nella categoria Primavera sfiorando addirittura lo scudetto, perso nella finale contro la Juventus dove giocavano Del Piero, Cammarata e Manfredini. Dopo questa ricca esperienza nella Primavera del Torino, inframezzata da un anno al Sora nel 1990, il centrocampista esordisce tra i professionisti nella stagione 1993/94 proprio con il Toro, ma non riesce a trovare moltissimo spazio in granata.

Dopo la trafila delle giovanili, Marcolini non compie il grande salto con il Torino e allora viene ceduto proprio al Sora, che al tempo militava in Serie C1, e qui il centrocampista compie una sorta di vero e proprio percorso di maturazione, rimanendovi fino al 1997 e mettendo a referto 67 presenze e 3 reti in tre stagioni. La gavetta laziale di Marcolini viene poi premiata con la chiamata del Bari, che in quel momento giocava in Serie A.

In Puglia Marcolini esordisce sotto la guida di Fascetti, col Bari che si piazza all’undicesimo posto e lui che non trova tantissimo spazio. Va meglio negli anni successivi, in cui Marcolini vede parecchio il campo e il Bari ottiene un decimo e un quattordicesimo posto. La stagione 2000-2001 è l’ultima di Marcolini in Puglia e termina con la rovinosa retrocessione in Serie B dopo il diciottesimo posto finale. Questi quattro anni in Serie A sono importanti per Marcolini, che però dopo le ombre dell’ultima stagione riparte dalla Serie B, prima con due annate al Vicenza in cui gioca sempre da titolare e poi, soprattutto, con l’Atalanta, dove nella stagione 2003-2004 è uno dei grandi protagonisti della promozione in Serie A dei bergamaschi. La stagione tra i grandi dell’Atalanta però si chiude con l’immediata retrocessione in Serie B, anche se Marcolini è uno dei giocatori migliori della squadra e il più presente. Nella stagione 2005-2006 l’Atalanta torna immediatamente in Serie A e Marcolini, dopo quest’altalena nerazzurra, s’imbarca in quello che si rivelerà uno dei grandi momenti della sua carriera.

Il Chievo veniva dal suo anno magico, con il quarto posto che aveva portato ai preliminari di Champions League, persi però contro il Levski Sofia. Tuttavia, il periodo clivense non inizia benissimo per il centrocampista, visto che alla prima stagione Marcolini retrocede insieme ai gialloblù, ma il Chievo riesce immediatamente a tornare in Serie A, con Marcolini che in quella stagione segna ben sette gol. Dopo quell’immediata risalita, Marcolini vive altre tre stagioni da protagonista in Serie A col Chievo, soprattutto le prime due, riuscendo anche a trovare con discreta continuità la via del gol. I Veronesi in quegli anni ottengono prima un sedicesimo posto, poi una quattordicesima e piazza e infine l’undicesima. Nel 2011, quindi, dopo cinque anni in Veneto Marcolini lascia il Chievo, con un bottino di 158 presenze e 20 gol.

Michele Marcolini sulla panchina del Malta Fonte: Imago Images

Dopo l’addio di veronesi, Marcolini chiude la sua vita da calciatore tra Padova e Lumezzane, dando un ottimo apporto grazie alla sua esperienza, alla sua personalità, al suo essere leader e al suo carisma. Con il Padova Marcolini gioca nella stagione 2011-2012 e contribuisce a un buon campionato dei veneti, chiuso al settimo posto in campionato, rimanendo a lungo anche nella lotta per provare a conquistare la serie A. Con il Lumezzane, invece, il calciatore scende di categoria, tornando in Serie C1 dopo l’esperienza giovanile con il Sora, che intanto ha preso il nome di Lega Pro. I rossoblù vivono anche loro una stagione tranquilla, chiusa al nono posto del proprio girone. Dopo quell’anno, dunque, il giocatore ha decide di appendere gli scarpini al chiodo nel 2013. In totale Marcolini è riuscito ad arrivare oltre le 400 presenze tra Serie A e Serie B, condite da 59 gol e 20 assist in partite ufficiali.

La carriera di Marcolini è stata sicuramente molto soddisfacente, soprattutto la parte centrale. Gli anni a Sora hanno plasmato il centrocampista, così come l’esperienza a Bari, ma la svolta arriva prima col Vicenza e poi, soprattutto, con l’Atalanta, con quei due campionati di Serie B vinti e la consapevolezza di fare bene, come ha dimostrato poi al Chievo, la squadra con cui il centrocampista ha avuto più continuità in Serie A.

Gli anni di Vicenza sono stati fondamentali per Marcolini anche per maturare sotto un altro aspetto, quello realizzativo, perché proprio in veneto il centrocampista inizia a trovare la porta con regolarità, segnando undici gol in due stagioni. A Bari, i gol di Marcolini erano stati appena cinque in quattro stagioni, da Vicenza in poi i numeri sono cresciuti, fino ai citati 7 gol col Chievo della stagione 2007-2008. Dopo l’annata con le Lumezzane, dunque, arriva il ritiro, ma per l’ex Chievo inizia subito un’altra vita, sempre nel mondo del calcio, ma da una prospettiva ora diversa.

Michele Marcolini allenatore: gli inizi

Non appena ha smesso di giocare, Marcolini ha scelto di restare in quella che è stata la sua ultima squadra, ossia il Lumezzane, con i lombardi che hanno puntato su di lui per la panchina. Anche questo, nelle serie minori, è un passaggio che capita spesso, con un calciatore dalla spiccata esperienza che diventa talmente importante da guidare già in campo i compagni e da rimanere quindi, dopo il ritiro, come vero e proprio allenatore della squadra.

Marcolini guida, quindi, la Lumezzane in Lega Pro subito l’anno dopo il suo ritiro, ottenendo un quattordicesimo posto. Poi per il savonese, in tutti questi anni, c’è un vero e proprio girovagare sulle panchine di Serie C, con diverse esperienze più o meno fortunata. Dopo l’addio alla Lumezzane c’è l’avventura al Real Vicenza, dove, in un primo momento, l’ex centrocampista viene esonerato, ma poi torna in sella e chiude il campionato al settimo posto. Va peggio invece l’avventura avventura al Pavia, dove Marcolini viene esonerato già nel mese di dicembre.

Nel 2017 l’ex calciatore ottiene il patentino UEFA PRO, e l’anno dopo arriva il punto più alto di questi suoi primi anni da allenatore. Dopo una stagione con il Santarcangelo, l’ex centrocampista del Chievo si accasa all’Alessandria, dove riesce a vincere la Coppa Italia di Serie C e conquista l’accesso ai play-off. Si tratta di una sorta di vera e propria impresa sportiva e calcistica considerando che prima dell’avvento di Marcolini la squadra veniva dai playout e invece col nuovo allenatore si è trovata a disputare un campionato di vertice.

Dopo quella magica stagione all’Alessandria, Marcolini siede sulla panchina dell’Albinoleffe e nell’estate 2019 arriva la grandissima occasione per il salto di categoria, con un grandissimo ed emozionante ritorno al passato per l’ex centrocampista. Ancora una volta, a segnare per lui un momento magico e il suo approdo in serie cadetta è il “suo” Chievo Verona, ma qui l’avventura in panchina si rivela molto diversa da quella vissuta sul campo da gioco. I risultati di Marcolini alla guida del Chievo non sono del tutto e pienamente soddisfacenti e il tecnico viene esonerato il primo marzo 2020 con la squadra che però si trova all’ottavo posto e comunque in corsa per un posto nei play-off.

Dopo quell’esperienza al Chievo e col ritorno del calcio dopo lo stop per la pandemia, Marcolini torna indietro di categoria e si piazza alla guida del Novara, dove però viene allontanato dopo quattro pareggi. L’esperienza in Piemonte si rivela negativa, per cui Marcolini torna su una panchina che già conosce, quella dell’Albinoleffe, che chiude il campionato 2021-2022 con un dodicesimo posto. Nell’estate del 2022, quindi, il lungo pellegrinaggio dell’ex centrocampista sulle panchine di Serie C si conclude e può cominciare una nuova avventura, quella che promette di essere la sfida più stimolante della carriera di Marcolini da allenatore.

Michele Marcolini allenatore del Malta Fonte: Imago Images

Michele Marcolini a Malta: una grandissima avventura

Michele Marcolini dal primo gennaio 2023 è ufficialmente il nuovo allenatore di Malta. Una scelta che potrebbe davvero consacrarlo a livello internazionale e riservargli non poche soddisfazioni dal punto di vista personale e professionale, vista la grande crescita della Nazionale maltese. Tra l’altro, ironia della sorte, l’ex centrocampista ha sostituito un altro italiano, ossia Devis Mangia.

La storia di quest’ultimo è stata a dir poco particolare e per nulla con un lieto fine, anche se fondamentale per inquadrare il nuovo lavoro di Marcolini. Nominato commissario tecnico di Malta il 30 dicembre del 2019, Mangia ha ottenuto una sequenza a dir poco storica di sette risultati utili consecutivi, che è stata interrotta soltanto il 24 marzo del 2021 con la sconfitta per 3-1 contro la Russia. Comunque, questa sequenza rappresenta, a tutt’oggi, il periodo di imbattibilità più lungo della storia della selezione maltese.

Un’esperienza più che positiva quella dell’ex tecnico Palermo e dell’ex ct dell’Under 21, come conferma il fatto che, il primo settembre del 2021 Mangia ha condotto i suoi alla prima vittoria casalinga in una gara valevole per le qualificazioni mondiali della sua storia, grazie al successo per 3-0 contro Cipro. Il 7 novembre 2022 arrivano però le dimissioni del ct che decide di lasciare la panchina della nazionale maltese.

Dopo l’addio di Mangia, la federazione punta proprio su Marcolini che così ha preso il suo posto sulla panchina di Malta e ora ha il compito di cercare quantomeno di eguagliare, a livello di risultati, il suo predecessore. Accettando di guidare Malta, il centrocampista ex Chievo Verona si è assunto la responsabilità non solo di guidare la squadra in campo, ma anche di supervisionare un progetto molto ambizioso.

Infatti, come ha sottolineato lui stesso, il suo ruolo non sarà solo e soltanto quello di selezionatore e di ct, ma l’ex allenatore dell’Alessandria e dell’Albinoleffe, dovrà aiutare e favorire lo sviluppo del calcio in quel di Malta, assumendo il ruolo, dunque, di responsabile dell’intera Nazionale maltese. D’altronde si sta parlando di un movimento in forte crescita ed espansione, come hanno perfettamente dimostrato i risultati ottenuti negli ultimi anni sotto la guida di Mangia. Dunque, si sta parlando di quella che può essere considerata una vera e propria sfida per cui Marcolini ha più volte espresso la sua eccitazione.

La nuova avventura del tecnico italiano a Malta inizia a marzo 2023, con l’esordio nel percorso di qualificazioni agli Europei del 2024 contro la Macedonia del Nord, in un girone che porta i maltesi a confrontarsi anche con le due finaliste dell’ultima edizione della competizione: l’Inghilterra e ovviamente l’Italia campione in carica. Un impegno difficile, ma sicuramente stimolante per il tecnico che vuole imprimere la sua mano nell’ambizioso progetto tecnico di Malta. In conferenza stampa Michele Marcolini ha dichiarato che è grato a Devis Mangia per la base solida costruita e che cercherà di riproporre lo stesso piano tattico, l’obiettivo è quello di trasmettere ai calciatori un atteggiamento forte in campo per poi adattarsi tatticamente a seconda dell’avversario che si affronta. Vedremo come proseguirà l’avventura maltese.

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