Nei derby meneghini non aveva mai segnato ma un gol all’Inter Stefano Borgonovo lo aveva fatto e bello pesanti anche. Era l’anno dei record di Trapattoni (un altro che oggi celebra il compleanno) ma a Firenze con la maglia viola, sul finale di una partita rocambolesca, il risultato sembrava inchiodato sul 3-3, fino all’ 85’ della ripresa quando Bergomi appoggiò corto un retropassaggio per Zenga, Borgonovo volò sul pallone e d’incanto lo depositò in rete per il 4-3 finale. Prima sconfitta dell’Inter in Campionato. Stefano Borgonovo oggi avrebbe compiuto 55 anni e un pensiero all’ex bomber, morto nel pomeriggio del 27 giugno 2013 all’età di 49 anni dopo 7 anni di lunga e dura malattia, è arrivato da tutti. Sia dalle società dove ha giocato, come Como, Sambenedettese, Pescara, Fiorentina e appunto Milan, sia da tante altre che ne hanno sempre apprezzato le doti calcistiche e umane.
LA CARRIERA – Il Milan lo aveva scelto già nell’86, pagandolo 4 miliardi al Como, ma in rossonero arrivò solo nell’89, riprendendoselo dalla Fiorentina dove assieme a Baggio aveva fatto faville. Rientrato al Milan, segna un gol nel 3-0 contro il Cesena alla prima di campionato, e una tripletta al Galatasaray in amichevole. Dopo due mesi si infortuna gravemente al ginocchio. Rientra in tempo per dare il suo contributo nella vittoria finale in Coppa Campioni segnando gli unici due gol in trasferta della squadra (a Helsinki e in semifinale contro il Bayern). Tornerà poi alla Fiorentina e smetterà di giocare nel ‘96 con l’Udinese. Passano un po’ di anni prima che Borgonovo muova i primi passi da allenatore, tutti compiuti all’interno della società che l’ha visto crescere, il Como, con le diverse formazioni giovanili. Lascia nel 2005 per problemi di salute.
IL CALVARIO – Cosa aveva? Lo rivelò solo nel 2008 ed è uno choc per il mondo del calcio. Annuncia di essere stato colpito, come accaduto ad altri calciatori, dalla SLA e di non essere in grado di parlare se non per mezzo di un sintetizzatore vocale. E’ l’inizio di un calvario che commuoverà tutti, soprattutto quando Borgonovo si fece vedere in carrozzella, spinto da Roberto Baggio, davanti a 27mila persone a Genova, in un’amichevole destinata a foraggiare la sua fondazione. C’erano tutti i compagni che aveva avuto in carriera, quel giorno, anche tanti del Milan come Maldini, Sacchi, Weah e Virdis. Quegli occhi buoni, spiritati, sembravano essere l’unico barlume di vita in un corpo sfiorito. E con quegli occhi parlava e scriveva. Il calcio era sempre il suo amore e commuove ricordare quanto disse nel ricordare un episodio di scarso fair play del suo Milan in coppa Italia con l’Atalanta. Durante la gara l’atalantino Stromberg, infatti mise volontariamente il pallone fuori per permettere il soccorso allo stesso Borgonovo infortunato. Ma Rijkaard invece di restituire palla ai padroni di casa ottenne un rigore che Baresi realizzò portando i rossoneri in semifinale. “Ricordo che a fine gara si scatenò l’inferno. Sul pullman la polizia ci chiese di non sederci vicino ai finestrini e sdraiarci a terra. In quanto a Mondonico, che voleva portarmi al Torino e che quella sera avrei dovuto incontrare a cena, mi scaricò. Chiedo scusa a Bergamo. Come disse Paolo Maldini nello spogliatoio: che figura di m… abbiamo fatto!”. La sua avventura in rossonero è stata breve ma il Milan l’ha sempre considerato un figlio vero ed oggi nel derby penserà anche a lui, che oggi avrebbe festeggiato il compleanno e che in tantissimi ricordano ancora con affetto e nostalgia.