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Rugby, Italia-Nuova Zelanda pagelle: l'imbarcata peggiore di un Mondiale, non si salva nessuno

La peggior sconfitta italiana in una gara di Coppa del Mondo. All Blacks famelici: non lasciano scampo a un’Italia svagata, indolente e incapace di porre rimedio all’ondata che l’ha travolta da subito

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La peggior sconfitta italiana in una gara di Coppa del Mondo. Impossibile solo pensarlo poche ore prima di una partita che ha ribadito al mondo intero due concetti basilari: quando gli All Blacks allacciano le scarpe non ce n’è per nessuno.

E quando l’Italia dimentica il suo passato recente, l’imbarcata è dietro l’angolo. Questa però fa un male cane: la Nuova Zelanda ha deciso di iscriversi alla Webb Ellis Cup, e forse il resto del mondo (Irlanda in primis, probabile avversaria nei quarti) farebbe bene a prendere nota.

Famelici gli All Blacks nel non lasciare scampo a un’Italia svagata, indolente e incapace di porre rimedio all’ondata nera che l’ha travolta sin dalle prime battute del match.

Capuozzo e Ioane, poi basta

Solo nei primi 10’ della ripresa s’è visto qualcosa di diverso, o quantomeno accettabile: la metà di Capuozzo (bel gesto tecnico) e quella a tempo scaduto di Ioane non hanno lenito una ferita che faticherà a lungo prima di rimarginarsi, con la sola soddisfazione di aver evitato di vedere gli avversari in tripla cifra (e c’è mancato poco…).

Sconfitta che getta un’ombra oscura sul mondiale azzurro, dopo le buone sensazioni delle gare contro Namibia e Uruguay e a una settimana esatta dalla sfida con la Francia che arriverà più riposata, più libera di testa e (di sicuro) meno impaurita. Servirà un miracolo. Ma se queste sono le premesse, meglio toglierselo dalla testa.

Le pagelle dell’Italia

ALLAN 4,5. Fondamentale provare a calciare da dietro per prendere tempo e rifiatare. Il problema è che può farlo col contagocce. Segna in avvio di partita, poi viene travolto da ogni neozelandese nei paraggi.

CAPUOZZO 5. La meta che realizza è tanto bella, quanto effimera. Battibeccare con gli avversari non serve a nulla: quelli di nero vestiti non si spaventano di fronte a nulla. Lui ci prova, col talento, con la grinta, con la voglia di rovesciare le cose. Ma al di là della meta azzecca poco o nulla. Anche perché all’ala forse non è a suo agio.

BREX 4,5. Ridimensionato un po’ come tutti i compagni, sebbene provi a mettere giù il gettone e a rimettere in corsa una squadra che quando incassa la seconda meta di giornata comincia a lasciare voragini.

MORISI 5. Serata difficilissima, nella quale ogni tanto prova a dare un colpo di coda e a rimettere la testa alta. Il problema è che nessuno lo aiuta e alla lunga anche lui deraglia, uscendo dalla partita.

IOANE 5. La meta finale è un moto d’orgoglio, ma non cancella gli errori commessi prima. Uno su tutti: il passaggio pigro, conseguenza di un mancato calcio a ricacciare indietro gli avversari, che di fatto innesca l’azione della seconda meta. Ed è lì che l’Italia switcha.

Ruzza e Negri salvano la faccia

NEGRI 5,5. Tra i meno peggio, anche se può fare ben poco da solo. Quando abbassa la testa e prova a mettere in moto le gambe, però, qualche metro lo conquista. Anche rimessa laterale è uno dei pochi a salvarsi. Non basta, ma almeno è un segnale.

RUZZA 5,5. Salva la faccia più nel primo che nel secondo tempo, riuscendo almeno a mostrare qualche pezzo decente del repertorio. La touche non sempre funziona a dovere, ma lui è sempre ben piazzato. Qualche buon placcaggio, ma anche tante sbavature.

Garbisi non è lui, Lamaro sbaglia tutto

GARBISI P. 4,5. Partita assolutamente al di sotto delle aspettative. L’apertura azzurra è in balia degli eventi, e soprattutto paga il fatto che non ha praticamente mai l’ovale tra le mani (e di conseguenza tra i piedi). Velleitario un pallone scodellato per Capuozzo in avvio. E in difesa è troppo vulnerabile.

VARNEY 4. Scelta azzardata di Crowley, che non paga dividendi. Gioca pochissimi palloni, viene completamente isolato dai neozelandesi, sbaglia i tempi dell’ingaggio e non dà mai la sensazione di essere sul pezzo. Serataccia. Nera nera.

CANNONE L. 4,5. Passo indietro evidente per Lorenzo, che non riesce a dare sostegno in mischia e che in generale fatica tremendamente a reggere l’urto contro una squadra che lo battezza subito come un anello debole, impedendogli di reagire.

LAMARO 4. Il capitano sbaglia tutto quel che c’è da sbagliare, tra cui tanti (troppi) placcaggi che finiscono per stendere tappeti rossi ai piedi degli All Blacks (che non perdonano). Se sbaglia lui, gli altri finiscono per risentirne. E si vede.

LAMB 4,5. La mossa di Crowley per provare a reggere in touche si rivela infruttuosa. Fatica tantissimo a tenere botta, anzi alla fine diventa facile preda per gli assatanati neozelandesi che non gli perdonano la minima sbavatura.

RICCIONI 4,5. Mai visto così platealmente in difficoltà in mischia chiusa. Sin dal primo ingaggio si capisce che non è serata: Marco tiene botta, ma alla lunga non ne viene proprio a capo.

NICOTERA 4. Partita di sofferenza pura, nella quale sbaglia anche più del dovuto. Soprattutto quando va in rimessa laterale, offrendo per tre volte la palla agli avversari (che sentitamente ringraziano). In mischia, poi, è una Waterloo.

FISCHETTI sv. Resta in campo troppo poco per poter essere giudicato. Certo fa in tempo a capire che la serata è tremebonda… difficile che possa recuperare per la Francia.

NEMER 4,5. Entra praticamente subito, e di fatto assiste impotente all’avanzata senza fronzoli degli All Blacks. Che in mischia chiusa ne mettono a nudo le pecche, anche quando poi prova a mettere giù il gettone, senza combinare nulla di rilevante.

FERRARI 5. Cambia per Riccioni, ma non riesce a incidere. Anzi, non è nemmeno fortunato: colpo in testa e sostituzione obbligata.

CANNONE N. 5. Stavolta il cambio non porta dividendi. Lamb fa male, ma lui che lo sostituisce non è che faccia tanto meglio. Anche se quando entra i buoi erano già scappati dalla stalla.

PAGE-RELO 4,5. Della sua gara rimane impresso l’intercetto che porta a una delle comode mete di fine partita degli All Blacks. Poteva sfruttare meglio la finestra.

ZULIANI 5. Stavolta non riesce a incidere come gli era capitato di fare nei precedenti due incontri. Entra appena dopo la buona sfuriata di inizio ripresa, ma di fatto finisce per essere travolto, come tutti gli altri.

HALAFIHI sv. Pochi minuti, troppo pochi per poter essere giudicato. Anche se in qualche modo non è che riesce ad arginare l’ondata nera.

ODOGWU sv. Spiccioli di partita per provare a far vedere che i mezzi per ben figurare ci sono tutti.

Crowley non ha cambiato la storia

CROWLEY 3. Passo indietro enorme rispetto all’ultimo anno di gestione tecnica. Gli All Blacks sono sembrati alieni in confronto a quel che hanno fatto veder gli azzurri, oggettivamente impreparati mentalmente (ancor prima che fisicamente) a reggere l’urto. La squadra si sfalda subito, lui non fa nulla per correggerla. Che senso ha avuto sfiancare nuova parte dei titolari, perdere Fischetti e (forse) Lamb per subire una simile imbarcata? Aveva detto che “la storia è fatta per essere cambiata”. La sua, pensando all’ultimo anno, l’ha cambiata si, ma in peggio. Ed è un vero peccato. Con la Francia, se queste sono le premesse, non potrà esserci alcun miracolo.

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