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Mondiali Rugby: l’Irlanda s'è unita con "Zombie", la canzone dei Cranberries scritta da Dolores O’Riordan

Dopo la vittoria contro il Sudafrica, migliaia di spettatori di verde vestiti hanno intonato quello che è diventato il vero e proprio inno per accompagnare la nazionale del trifoglio verso la Webb Ellis Cup.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

In Francia sono arrivati gli zombie, ma non spaventatevi eccessivamente: hanno la maglia verde e una voglia matta di regalarsi un’impresa che sin qui gli è sempre sfuggita, sin dai tempi in cui la Coppa del Mondo ha fatto la sua comparsa nel panorama del rugby che conta.

Nove edizioni consecutive nelle quali la nazionale che ha riunito l’Irlanda ha sempre e solo fatto incetta di delusioni, non essendo mai riuscita ad andare oltre i quarti di finale (unica rappresentate del Regno Unito a non aver mai disputato una semifinale).

The Shamrocks XV numero 1 del raning

Un record negativo che pure sembrerebbe avere i giorni contati, se è vero che The Shamrocks XV, come viene ribattezzata la selezione che raggruppa i migliori prospetti di Eire e Irlanda del Nord, si è presentata alla rassegna francese come numero uno del ranking internazionale, nonché come detentrice dell’ultimo Sei Nazioni.

Una nazione (anzi due) in missione, decisa a non tralasciare alcun dettaglio sulla strada che conduce alla finalissima di St. Denis del prossimo 28 ottobre. Dove magari l’Irlanda ritroverà sulla sua strada quel Sudafrica battuto sabato scorso proprio nello stadio più grande di Francia, in quella che per molti ha rappresentato una vera e propria finale anticipata. E dove lo spettacolo, una volta conclusi gli 80’, s’è trasferito sugli spalti.

Una canzone di denuncia

È in quel momento che migliaia di spettatori di verde vestiti hanno intonato quello che è diventato il vero e proprio inno che nelle intenzioni dovrà accompagnare la nazionale del trifoglio verso la Webb Ellis Cup.

“Zombie” dei Cranberries, in fondo, è uno dei brani che ha reso grande l’Irlanda nel mondo: la voce potente e ineguagliabile di Dolores O’Riordan l’ha proiettato nel mondo della musica come uno dei pezzi rock più potenti e iconici della storia.

Primo estratto dell’album “No Need to Argue”, uscito come singolo il 12 settembre 1994, “Zombie” raggiunse già all’epoca un successo strepitoso, ponendosi peraltro come una canzone di forte denuncia sociale.

O’Riordan la scrisse di getto

O’Riordan, scomparsa nel gennaio del 2018, raccontò di averla scritta di getto dopo aver visto in televisione il racconto disperato della madre di una delle due giovanissimi vittime dell’attentato terroristico dell’IRA avvenuto a Warrington nel marzo del 1993.

Un periodo durissimo per l’Irlanda, con i “Troubles” (la guerra tra i cattolici e i protestanti dell’Ulster) all’apice della tensione: l’attentato avvenne il sabato precedente alla festa della mamma, e le due bombe vennero installate all’interno di due cassonetti della spazzatura, fatti saltare in aria a poca distanza.

“Zombie” divenne l’epiteto per dare un nome a quegli individui che a detta della cantante non combattevano per un ideale, ma solo per spargere sangue innocente. Erano appunto zombie, desiderosi di vivere solo per fare del male altri.

L’esempio del rugby

Magari agli irlandesi che hanno riempito St. Denis sabato scorso tutta la storia che si cela dietro la canzone importava poco. La genesi del brano la conoscono, ma in quel momento c’era soprattutto la voglia e il desiderio di celebrare un’altra vittoria dei propri beniamini. Il fatto che nel rugby l’Irlanda giochi unita, senza distinzioni tra Nord e resto del paese.

È però un segnale forte: la federazione locale ha sempre ribadito che lo sport deve unire le coscienze, prima ancora che le persone (forse dovrebbe spiegarlo anche alla Gymnastics Ireland, visto l’episodio di razzismo salito alla ribalta nei giorni scorsi).

Tutto verde con un trifoglio in mezzo

Dal 1995 l’Irlanda del rugby ha una bandiera ad hoc, tutta verde con un trifoglio al centro, e pure un inno apposito (Ireland’s Call) suonato prima delle gare. Si identifica cioè come un’isola, e non come due entità politiche che ancora oggi risultano essere separate.

Il rugby sin qui è riuscito dove gli uomini (politici in primis) hanno fallito: riunire sotto la stessa bandiera due popoli diversi, ma fatti dello stesso sangue. Per questo “Zombie”, la canzone che rifiuta la violenza perpetrata per motivi ideologici e politici, ha tutto il diritto di diventarne una volta di più la canzone simbolo di una spedizione che gli irlandesi confidano possa rivelarsi la migliore di sempre.

E anche se qualcuno in patria ha criticato questa nuova moda di cantarla a squarciagola al termine delle gare degli Shamrock XV, vedendoci una volta di più motivi politici occulti (la “testa” delle persone è dura a cambiare, come dice anche il ritornello della canzone), state certi che da qui a fine ottobre il popolo d’Irlanda che riempirà gli stadi di Francia non perderà l’occasione per farla riecheggiare nell’atmosfera.

E sarà uno spettacolo unico, travolgente ed emozionante. Chi si vinca o si perda. Questa in fondo è già una vittoria.

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