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Mondiali Atletica: 4x100, un'Italia sontuosa in finale con tutti i quartetti. 200 metri, ori per Jackson e Lyles

La sintesi della settima giornata dei Mondiali di Atletica di Budapest. Spiccano i grandi risultati nelle batterie della 4x100 maschile e femminile, con l'Italia che mette a segno prestazioni eccellenti e vola in finale

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

La settima giornata dei Mondiali di Atletica di Budapest ha regalato all’Italia una serata da incorniciare. Entrambe le staffette della 4×100 hanno infatti messo a segno delle prestazioni stratosferiche, volando tutte e due in finale.

Roberto Rigali, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu da una parte e Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni ed Alessia Pavese dall’altra: i due quartetti hanno offerto una prova di grande atletismo, con gli uomini che sono tornati ai fasti di Tokyo con una prestazione inferiore di 15 centesimi dal record italiano ottenuto con la medaglia olimpica, e le donne che con il terzo posto nella loro batteria hanno ottenuto anche il record nazionale.

Ma la settima giornata ha offerto altri spunti, sia per quanto riguarda i nostri atleti che per gli altri risultati (e non è mancato anche qualche colpo di scena), con il gran finale dei 200 metri femminili e maschili. Di seguito il nostro resoconto.

Mondiali Atletica, trionfo in batteria della 4×100 maschile

Cominciamo con il clou di oggi, senza nulla togliere al resto del programma, ovvero le 4×100 dove l’Italia era attesa a prove molto importanti, pur parlando di batterie di qualificazione.

Il quartetto maschile, come abbiamo detto, risorge dalle ceneri con una prestazione superlativa coronata dal primo posto nella seconda batteria con un tempo pari a 37.65. Migliorato di due centesimi il riscontro cronometrico ottenuto nella batteria precedente dagli Stati Uniti: se è vero che non bisogna vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato, queste prestazioni comunque sono emblematiche di un grande stato di forma dei nostri staffettisti e di un notevole feeling con questa specialità. E ovviamente di grandi speranze in chiave finale (in programma domani alle 21:40).

Quartetto rivisitato, con l’uscita dell’acciaccato Fausto Desalu e l’ingresso a sorpresa di Roberto Rigali nella veste di apripista: il velocista di Esine scatta al meglio, a 10.60, ed effettua un ottimo passaggio di testimone con Marcell Jacobs. Il campione olimpico, dopo la delusione nei 100 metri condizionata da uno stato di forma ahilui non ottimale, si redime dando prova di continui progressi verso la forma perduta, e chiude la sua frazione a 8.81.

Tocca a Lorenzo Patta, che poi consegna il testimone ad un Filippo Tortu che spinge i motori a tutta forza sul rettilineo con una prestazione che ha ricordato quella di Tokyo. Per il velocista, che dà il meglio di sé quando non scatta dai blocchi, è arrivato quindi un primo riscatto dopo il flop nei 200 metri di qualche giorno fa, trascinando l’Italia in testa con alle spalle il Sudafrica (tempo pari a 37.72) e la Gran Bretagna (che chiude a 38.01).

Tortu: “Negli ultimi 50 metri ho preferito controllare”

Nelle interviste post qualificazioni, Tortu ha commentato ai microfoni di Elisabetta Caporale per Rai Sport: “Siamo una famiglia, quando corro per loro oltre che per me riesco a fare di più. Gli ultimi 50 metri mi sono tenuto, ho sentito qualche acciacco, ho preferito gestire. Con questo risultato arriviamo più consapevoli per fare qualcosa di grande, ma siamo a un quarto del lavoro da svolgere”

Patta ha ammesso: “Ero scettico, venivo da un infortunio, ero abbastanza cupo. Valiamo il tempo realizzato oggi, domani ci giochiamo tutto come a Tokyo”. E Jacobs: “Man mano che gareggio riesco a trovare il miglior feeling. Questo tempo ci dà tanta fiducia”.

Mondiali Atletica, la 4×100 femminile in finale col record

Come abbiamo anticipato, l’Italia ha concesso il bis subito dopo con la 4×100 femminile. Le nostre atlete hanno chiuso la loro batteria al terzo posto fermando le lancette a 42.14, siglando così il nuovo record italiano. Zaynab Dosso al lancio, con la primatista nazionale dei 100 metri che ha effettuato un passaggio di testimone perfettamente calibrato nelle mani di Dalia Kaddari, la quale ha chiuso la sua frazione con un crono di 10.03.

È toccato quindi ad Anna Bongiorni, che ha pennellato la curva e ha consegnato la staffetta ad Alessia Pavese, che ha quindi terminato la sua frazione due decimi sotto i dieci secondi. Primo posto nella batteria per gli Stati Uniti, con un tempo pari a 41.59, e seconda la Costa d’Avorio, con 41.90.

Mondiali Atletica, le altre italiane in gara nella settima giornata

Per quanto riguarda gli altri italiani in gara, Ottavia Cestonaro ha chiuso decima nella finale del salto triplo femminile, vinta dalla campionessa regnante Yulimar Rojas che ha saltato a 15.08 nell’ultimo suo tentativo. Per l’azzurra un risultato che non è andato oltre i 14.05, abbandonando così la contesa dopo il terzo turno.

Negli 800 metri femminili fallisce l’assalto alla finale Eloisa Coiro, che nella terza batteria delle semifinali ha fermato le lancette a 1’59”61. Pur migliorando di 35 centesimi il proprio personale, l’atleta non è andato oltre il settimo posto nella terza batteria, venendo così eliminata.

Mondiali Atletica, i 200 metri: Jackson fa il vuoto tra le donne, Lyles fa doppietta

Nel giavellotto femminile l’oro è andato a Haruka Kitaguchi, conquistato con una misura di 66.73 nell’ultimo lancio. Per quanto riguarda le attese finali dei 200 metri, in quella femminile Shericka Jackson ha fatto il vuoto negli ultimi metri del rettilineo conclusivo andando a conquistare il trionfo con un tempo pari a 21.41, migliorando il suo precedente 21.45. Oltre ad essere a 7 centesimi dal record del mondo che Florence Griffith mise a segno a Seul 1988.

Tra gli uomini, il favorito nonché fresco campione dei 100 metri, ovvero Noah Lyles, conquista il suo terzo titolo iridato di fila nella specialità chiudendo la sua finale con un tempo pari a 19.51. Non un tempo da annali rispetto all’hype che lo stesso atleta ha alimentato, ma comunque lo statunitense riesce a mettere a segno la doppietta 100-200 in questi Mondiali.

Mondiali Atletica, Decathlon: si ritira Kevin Mayer

Facciamo ora un ulteriore passo indietro e vediamo cosa è avvenuto nel resto della giornata in quel di Budapest. Nella mattinata, dove non erano presenti italiani in gara, è iniziato il programma del decathlon con le prime tre prove (altre due poi in serata) e dove si è consumato un altro colpo di scena in questi Mondiali.

Parliamo del ritiro di Kevin Mayer, una delle punte di diamante della disciplina nonché campione iridato regnante. Il francese ha affrontato due prove (i 100 metri e il salto in lungo) prima di alzare bandiera bianca, dopo delle prestazioni opache condizionate dai problemi fisici che lo attanagliano alla gamba (tanto è vero che lo abbiamo visto zoppicare). Brutto colpo anche per la Francia, che in questa spedizione ungherese resta per ora, clamorosamente, a quota zero medaglie.

Attualmente in testa alla classifica provvisoria del decathlon, considerando anche le prove della serata (salto in alto e 400 metri) si posiziona il tedesco Leo Neugebauer, che in particolare ha saltato 8 metri tondi e che nel getto del peso, terza prova in programma, ha superato la misura di 17 metri. Attualmente comanda la classifica con 4.640 punti, davanti ai canadesi Pierce Lapage e Damian Warner.

Le qualifiche nel giavellotto maschile e nel salto in alto femminile

Altro colpo di scena quello consumatosi nelle qualificazioni del giavellotto maschile, in cui abbiamo assistito al mancato ingresso per le fasi successive di Anderson Peters. Il bicampione del mondo nelle ultime due edizioni della competizione iridata non va oltre il 16esimo posto (miglior lancio che si è attestato a 78,49 metri, al di sotto della soglia minima per qualificarsi pari a 83 metri) ed è stato quindi eliminato. Svetta invece Neeraj Chopra, oro a Tokyo 2020, grazie ad un lancio di 88,77 metri. Secondo posto per il pakistano Arshad Nadeem, a quota 86,79 metri, e terzo per il ceco Jakub Vadlejch (83,50 m).

Infine, nel salto in alto femminile si sono consumate le qualificazioni con l’asticella posta a 1,92 metri per accedere alle fasi successive. E ben quindici atlete hanno superato questa misura, tra cui spiccano le favorite Yaroslava Mahuchikh (dall’Ucraina), Eleanor Patterson (Australia, e come la rivale dell’est tra le saltatrici a superare l’altezza di qualificazione al primo colpo), Morgan Lake (Regno Uniti) e Lamara Distin (Giamaica).

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