Proseguono spediti i lavori in preparazione dei prossimi campionati del mondo di calcio che si terranno in Qatar dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. Una manifestazione che per la prima volta si terrà nei paesi arabi, e per giunta d’inverno, stravolgendo così il regolare svolgimento dei campionati nazionali.
Questi anni di lavori sono stati accompagnati da innumerevoli polemiche per presunte violazioni dei diritti umani per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori. In migliaia infatti sarebbero morti, secondo alcune stime, per costruire gli stadi che ospiteranno gli incontri della Coppa del Mondo. In un recente intervista riguardo proprio questo argomento, il Presidente della FIFA Gianni Infantino ha pronunciato frasi shock.
Mondiale Qatar, Infantino: “Se dai lavoro a qualcuno, anche difficile, gli dai dignità”
Uscita a vuoto veramente clamorosa del Presidente della FIFA Gianni Infantino, che nel corso di un intervento al Milken Institute riguardo alle difficili condizioni di sicurezza e salute garantite agli operai addetti in Qatar alla realizzazione degli stadi del prossimo Mondiale, ha così dichiarato:
“Non scordiamoci di una cosa, ossia che si parla di lavoro, anche se di un duro lavoro. Gli Stati Uniti sono un paese fondato sull’immigrazione e anche i miei parenti sono andati dall’Italia alla Svizzera. Quando dai lavoro a qualcuno, anche in condizioni difficili, gli dai dignità e orgoglio. Ma non si tratta di carità, tu non fai beneficenza. Non stao dando qualcosa a qualcuno dicendo: ‘Stai dove sei. Ti do qualcosa e mi sento bene’. La costruzione degli stadi dove si giocheranno i Mondiali è anche una questione di orgoglio, avendo anche cambiato le condizioni di circa 1,5 milioni di persone, questo è qualcosa che rende orgogliosi pure noi”.
Mondiale Qatar, Infantino ridimensiona il numero delle vittime: “FIFA non è polizia mondiale”
Il numero uno della FIFA ha inoltre anche messo in dubbio pubblicata dal britannico Guardian, che in una recente inchiesta aveva indicato in circa 6.500 il numero di operai morti nella costruzione degli stadi che ospiteranno il Mondiale.
Infantino invece ammette la morte di solamente tre operai, sostiene Eurosport, e inoltre cerca di spostare l’attenzione su quello che di buon la FIFA ha fatto, ovvero il numero di posti di lavoro creati:
“6.000 forse morti nella costruzione di altri impianti. Noi come FIFA non siamo la polizia del mondo, non ne siamo responsabili. Ma pure alla FIFA, grazie al calcio, siamo stati capaci di affrontare lo stato di tutti gli 1,5 milioni di lavoratori che lavorano in Qatar”.