L’amministratore delegato del Monza Adriano Galliani ha parlato a Binario Sport, approfondimento di monza-news.it, affrontando una serie argomenti molti interessanti, primo tra tutti il suo Monza. Il discorso, partito sulla prossima partita col Como, vero e proprio derby lombardo, si è poi spostato sul mercato, approfondendo la questione dell’attacco:
“Il Monza-Como a cui son più legato è legato è lo spareggio di Bergamo del ’67 con Radice in panchina, quando segnò Maggioni il gol determinante, ma ricordo anche la sfida giocata a Rapallo. Ma veniamo all’attualità, siamo quasi 3500 spettatori per la gara, ma un migliaio saranno i tifosi del Como, non essendoci limitazioni i lariani possono andare anche in settori diversi da quello ospiti: chiedo quindi ai nostri tifosi di far sentire la propria voce allo stadio. Non faccio pronostici, spero ovviamente nella vittoria nostra, ma è difficile dire che tipo di partita posso aspettarmi”.
“Continuo a non capire perché dicono che il Monza non ha una prima punta, la squadra è stata creata con almeno due giocatori per ruolo, e come prime punte abbiamo Dany Mota Carvalho e Andrea Favilli, che purtroppo hanno pagato degli infortuni fisici. Valuteremo poi il da farsi, ma ripeto che il Monza è stato creato con le ambizioni e le speranze che tutti sanno”.
Galliani poi viene tirato in ballo nella questione Mario Balotelli, tornato alla cronaca italiana dopo la debacle azzurra contro Svizzera e Irlanda del Nord. Super Mario è infatti stato protagonista di un vera e propria chiamata da parte dei tifosi sui social, molti dei quali lo riverrebbero in nazionale per colmare le evidenti lacune offensive della banda di Mancini:
“Gli ho sempre voluto bene, ho il grande rimpianto perché qua avrebbe dovuto fare molto ma molto di più. In carriera in generale intendo, doveva essere uno dei candidati al pallone d’oro: è da cazzotti in testa, ha fatto troppo poco rispetto alle sue qualità tecniche”.
Infine un commento sul nuovo tecnico Andriy Shevchenko, che proprio Galliani riuscì a portare al Milan nei primi anni del 2000 e giocatore a cui è molto affezionato. Dopo la parentesi con l’Ucraina ora per Sheva si apre la carriera da allenatore di club:
“L’ho sentito, e mi auguro che, avendo fatto bene con la sua Nazionale possa far bene anche al Genoa. E’ intelligente, si applica, conosce tutto, le premesse affinché faccia bene non mancano”.