Nell’immaginario collettivo, o anche in una semplificazione giornalistica che tende a esaltare un aspetto, una sola componente per raccontare tutto, Kay Bernstein era il presidente tifoso dell’Hertha Berlino, prestigiosa società tedesca che a distanza di un anno e mezzo si è misurata con il doveroso annuncio, a estimatori e semplici appassionati, di una scomparsa imprevedibile quanto misteriosa.
Con un comunicato partecipe, ma senza alcun dettaglio utile a comprendere come ciò possa essere accaduto, il club ha reso nota la morte del presidente, 43 anni appena, martedì 16 gennaio.
Il comunicato dell’Hertha Berlino
Il comunicato è essenziale, privo di alcun particolare relativo alla salute e alle condizioni in cui versava il presidente, eletto dall’estate 2022 dopo una lunga militanza da ultrà, Kay Bernstein:
“Martedì, Hertha BSC ha ricevuto la terribile notizia che il presidente Kay Bernstein era deceduto all’età di 43 anni. L’intero club, i suoi consiglieri e i suoi dipendenti sono sbalorditi e profondamente devastati. La famiglia Hertha piange con Kay in lutto e pensa alla sua famiglia, agli amici e ai compagni in questo momento difficile. Vi chiediamo di rispettare la privacy della famiglia dopo questo orribile evento”, il testo della nota diffusa e condivisa sui social.
Il mistero sulle cause della morte
La scomparsa, avvenuta in circostanze improvvise e dunque ancora più tragiche da quel che si avverte, ha toccato profondamente l’opinione pubblica tedesca: i principali media aprono su questa drammatica conferma da parte della società, che pure ha chiesto discrezione, a tutela di parenti, amici e collaboratori stretti del presidente.
Secondo quel che ha ricostruito la BILD, giovedì Bernstein si è recato al ritiro dell’Hertha vicino ad Alicante (Spagna) ed è parso essere di ottimo umore. Godeva si una certa popolarità, addirittura simpatia tra i tifosi e il club. Prima di salutarsi domenica mattina presto, ha abbracciato tutti. Secondo le informazioni raccolte e citate della BILD, lunedì è andato a letto intorno alle 23 e martedì mattina non si è svegliato. Sua moglie ha chiamato i servizi di emergenza al mattino e più tardi ha informato il caro amico di Bernstein, Colin Jahn, che come Bernstein viene dal mondo della tifoseria e ora è direttore marketing, della terribile notizia nell’ufficio dell’Hertha.
Una recente immagine di Bernstein
Con lui, da quel che si apprende dallo stesso articolo, erano presenti il direttore sportivo Benny Weber, l’amministratore delegato Thomas Herrich, il capo del dipartimento giocatori su licenza Zecke Neuendorf e l’allenatore Pal Dardai.
Squadra e campioni sotto choc
A metà ottobre Bernstein aveva riportato gravi fratture alla colonna vertebrale in un incidente, si era rotto tre vertebre ma era tornato operativo una volta superate le fratture. La triste notizia è stato ed è ancora adesso un enorme choc per la squadra, che ha condiviso poche ore fa momenti importanti con il numero uno del club, sostenitore anche di una rivoluzione copernicana nel calcio tedesco che riporterebbe al centro il rapporto tra calcio e tifoseria.
Bernstein con i colori dell’Hertha
A ribadire questo senso di smarrimento e di dolore, i professionisti dell’Hertha Michal Karbownik, Haris Tabakovic, Marton Dardai, Tjark Ernst, Pascal Klemens, Bence Dardai, Bilal Hussein, Marten Winkler, Derry Scherhant, Jeremy Dudziak, Florian Niederlechner, Gustav Christensen e Robert Kwasigroch hanno pubblicato una foto di Bernstein e l’hanno aggiunta su Instagram un’emoji con le mani giunte.
Stando a quel che riporta la BILD, le cause della morte potrebbero essere imputate a un malore fatale – forse un infarto -, anche se non si hanno conferme ufficiali sull’accaduto.