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Morto a 62 anni Giampiero Ventrone, il "marine" che fece le fortune della Juve

Un malore improvviso per il preparatore atletico che Conte aveva voluto al Tottenham lascia un vuoto enorme, la vorò anche a Bari, Siena e Livorno

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Per tutti era il “marine”, perché prima di dedicarsi anima, cuore e muscoli al mondo del calcio aveva intrapreso la carriera militare, dove aveva imparato quella disciplina e quell’attitudine alla sofferenza che avrebbe poi trasferito nel football. E’ morto a 62 anni per un malore improvviso Gian Piero Ventrone, ex preparatore atletico della Juventus – dove ha lavorato per 10 anni vincendo tutto – che attualmente Conte aveva voluto al Tottenham dopo la separazione con l’altro storico preparatore Pintus, passato al Real Madrid.

Ventrone fece la fortuna di Lippi alla Juventus

Fu Marcello Lippi, che lo aveva conosciuto a Napoli, a portarlo alla Juventus dove Ventrone lavorò anche con Ancelotti. In tutto due lustri, dal 1994 al 2004, in cui alle gioie sul campo si alternarono le amarezze per le accuse di doping da cui però lui e tutta la Juve vennero prosciolti.

Ventrone aveva lavorato anche con Cannavaro in Cina

Ventrone ha lavorato anche con Bari e Siena, sempre con Conte che ebbe come giocatore, al Livorno, è stato per una stagione vice allenatore dell’Ajaccio, poi ancora preparatore atletico del Catania e dei club cinesi del Jiangsu Suning e del Guangzhou Evergrande con Cannavaro prima dell’ultima chiamata del vecchio amico Conte.

Dalla carriera militare al calcio, Ventrone era il “marine”

Sui paragoni tra la carriera militare la preparazione atletica calcistica Ventrone diceva; “Due entità importanti e di notevole rilievo sociale che formano, nella mente e nel fisico, l’essere umano. L’importanza del “gruppo”, l’identificazione nello “spirito di corpo” e nel reciproco aiuto, l’attinenza scrupolosa e rigida alle regole, che porta al conseguimento del risultato e dell’obiettivo, sono elementi comuni e di indubbio valore, sia all’Istituzione militare sia a quella sportiva”

Ventrone e quell’aneddoto con Zidane

Ventrone divenne amico anche di Zidane, che in un’intervista a Il Mattino raccontò così: “Grande campione, uomo timido e schivo, è stato capace di farsi amare come pochi da compagni e allenatori. Credo che lui adorasse in particolare Marcello Lippi: quando arrivò da noi era ancora grezzo, ma capì che si poteva fidare e diede la massima disponibilità a fare esercizi e allenamenti. Un anedotto? Ricordo che una volta Lippi ci raccontò che rientrando a casa lo aveva visto giocare per strada, come un ragazzino. Il mister lo chiamò: “ma che fai?”. E lui candidamente rispose che quelli erano suoi vecchi amici algerini con cui giocava quando era bimbo… Zizou era fatto così…».

Ventrone ha sempre avuto la Juve nel cuore

Pur avendo lavorato in tanti club è stata la Juve la squadra del cuore di Ventrone, come ebbe modo spesso di ripetere: “Quella Juventus, in dieci anni, è stata protagonista in Italia e ha giocato per cinque volte una finale europea. Per questo è ricordata da ogni persona che ama questo sport. Dal mio punto di vista, il merito più grande è da attribuire alla società avanguardista da Formula 1 composta da Moggi, Giraudo, Bettega e capitanata dal dottor Umberto”.

“Era avanti anni luce come mentalità. E’ stata loro la decisione di prendere un allenatore affamato, uno staff all’altezza e dei giocatori che avevano gli occhi della tigre, il capitano Vialli su tutti. I loro carichi di lavoro sono improponibili per le squadre di oggi, perché lavoravano molto e troppo di più degli avversari”

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