Purtroppo Miguel Angel Gonzalez Suarez, meglio conosciuto come Miguel Angel, lascia con la sua morte anche la sensazione di profonda tristezza, mescolata alla rabbia di quando si apprende che oltre al lutto andrà elaborato lo sconcerto e la frustrazione per dover piangere un campione della sua qualità a causa di una malattia che ha già seminato morte, nel calcio.
Il portiere leggendario del Real Madrid è scomparso a 76 anni a causa della sclerosi laterale amiotrofica, che lo affliggeva da tempo e che aveva egli stesso deciso di rendere pubblica. Proprio a lui, estremo difensore del Real, soprannominato El gato, era toccata quella sorte.
- L'annuncio della morte di Miguel Angel
- Il ricordo del Real Madrid
- La trasformazione della Spagna calcistica
- Il ritiro e il presente
L’annuncio della morte di Miguel Angel
L’annuncio è stato diffuso attraverso i social proprio dalla società che l’ha condotto alla gloria e alla quale ha donato le sue meraviglie, la sua qualità calcistica e i suoi anni migliori, da uomo e da calciatore.
Ha difeso la porta del Real per 18 stagioni e 346 partite, dal 1968 al 1986, vincendo 2 Coppe Uefa, 8 campionati, 5 Coppe di Spagna e una Coppa di Lega. Nella stagione 1975-1976 ha vinto anche il trofeo Zamora ed è stato nazionale spagnolo in 18 partite, giocando i Mondiali del 1978 in Argentina e quello in Spagna del 1982.
Un primo piano dell’epoca de El gato
Il ricordo del Real Madrid
Il ricordo del suo Real non può che essere emozionante, toccante perché lega il giocatore a un’era mitica per la Spagna e il suo calcio. Per lui, 76 anni, le imprese sono state numerose e molteplici come quando incominciò a giocare con la maglia dei blancos, a inanellare risultati e a decidere – tra i pali – anche il Mondiale e le partite decisive. Con la nazionale ha giocato 18 partite , tre delle quali nei Mondiali del 1978 disputati in Argentina .
In una di queste tre partite, ha effettuato un intervento che è stato incluso tra le migliori parate nella storia dei Mondiali.
“Il Real Madrid cf, il suo presidente e il suo consiglio di amministrazione- si legge in una nota del club – si rammaricano profondamente della morte di Miguel Angel Gonzalez, uno dei più grandi portieri della nostra storia, una leggenda del Real Madrid e del calcio spagnolo. Il Real Madrid desidera esprimere le sue condoglianze e il suo affetto a sua moglie María Del Pilar, a suo figlio Miguel Angel, ai suoi nipoti Daniela e Mauro, alla sua famiglia, ai suoi compagni di squadra e a tutti i suoi cari”.
La trasformazione della Spagna calcistica
Un’epoca di profonda trasformazione per un Paese impegnato ad uscire dal franchismo e a riscoprirsi, pure attraverso i protagonisti dello sport, del calcio che tornavano a esprimere anche quella libertà assente e che si andava ritrovando, con il progressivo ritorno alla monarchia e all’uscita dal regime.
Marca indica in Miguel Angel un protagonista: “mitico portiere del Real”, lo definisce. E anche As elogia l’emblematica carriera di una leggenda del calcio spagnolo di quegli anni.
“Miguel Ángel ha segnato un periodo tra i pali del Real Madrid dal 1968 al 1986, anni in cui ha giocato 346 partite . Il suo palmarès è spettacolare: 7 campionati, 3 coppe di Spagna, 2 coppe UEFA e 1 Coppa di Lega. Per la sua agilità si è guadagnato il soprannome di El Gato. Era un felino tra i pali”, si legge in uno dei passaggi dell’articolo, dedicato alla sua scomparsa.
Il ritiro e il presente
Dopo la carriera da giocatore era rimasto al Real, prima come delegato della prima squadra, poi come allenatore dei portieri e infine come direttore dell’ex Città dello Sport del Real Madrid.
Nel 2022, da quel che si apprende dai siti spagnoli, l’annuncio pubblico all’EFE della sclerosi laterale amiotrofica, la Sla, che anche nel nostro calcio ha stroncato l’esistenza di troppi calciatori come Stefano Borgonovo, ex della Fiorentina e divenuto a sue spese un attivista nell’opera di sensibilizzazione nei riguardi della malattia.
Miguel Angel aveva deciso di rendere pubblica la sua malattia attraverso l’EFE il 17 dicembre 2022, nel tentativo anche di infondere speranze nelle generazioni che verranno invitando al sostegno, anche economico, nei riguardi della ricerca scientifica per individuare precocemente la Sla e arrivare a farmaci più efficaci e evoluti.
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