L’hanno indotta a riflettere le morti recenti di campioni come Vialli o Mihajlovic, che pure erano afflitti da problemi diversi rispetto a quello del marito Stefano. La vedova Borgonovo, la signora Chantal, ha però rafforzato negli ultimi tempi una convinzione che aveva da un bel po’: il mostro, o forse i mostri, sono nascosti all’interno del mondo del calcio. Non possono essere solo coincidenze, tutte queste malattie spietate che colpiscono calciatori e più ancora ex calciatori. Servono studi, focus, approfondimenti. Più di quelli che pure sono stati condotti e che hanno lasciato intendere che: sì, per chi ha fatto calcio il rischio di incappare in certe malattie è più alto.
- Morto per il calcio: l'intervista a Chantal Borgonovo
- Tante, troppe malattie degenerative nei calciatori
- La moglie del bomber in attesa di risposte
- Sla e calcio, il dramma di Stefano Borgonovo
Morto per il calcio: l’intervista a Chantal Borgonovo
In un’intervista a Il Giorno concessa il 17 marzo, quando Stefano, ex bomber – tra le altre – di Como, Fiorentina, Milan, Pescara e Udinese – avrebbe compiuto 59 anni, Chantal Borgonovo ha lanciato un’accusa pesante e amara: “Sono convinta che se Stefano non avesse fatto il calciatore non si sarebbe ammalato oppure gli sarebbe capitato ma in età avanzata. Invece è morto giovane perché ha giocato a calcio”. Stefano si è spento a giugno 2013 a causa della Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. E non è stato l’unico calciatore, la lista è purtroppo ben nutrita.
Tante, troppe malattie degenerative nei calciatori
L’elenco dei calciatori a cui è stata riconosciuta la Sla, oltre a Borgonovo, comprende volti noti del calcio italiano come Anastasi, Lombardi, Signorini, Bernardini, Segato, Bertini, Cucchiaroni e anche altri. Ma l’emergenza travalica i confini nazionali. Vittime di malattie degenerative come Alzheimer o demenza senile, ad esempio, sono stati miti del football come Puskas, Muller, Peters e i fratelli Charlton, Bobby e Jack. Uno studio epidemiologico presentato lo scorso anno al meeting dell’American Academy of Neurology di Philadelphia ha certificato che per un calciatore il rischio di ammalarsi di Sla è sei volte superiore alla media.
La moglie del bomber in attesa di risposte
Tutti questi casi e le fresche scomparse di ex calciatori noti e amati dal pubblico non possono essere una coincidenza, secondo la vedova di Borgonovo. “La Sla in particolare ha colpito negli anni troppi calciatori, sia più giovani o adulti. Lo dicono le statistiche e le ricerche più recenti. Se Stefano avesse fatto un altro tipo di vita, non si sarebbe ammalato. Purtroppo il perché e il per come non lo sa nessuno. Sono anni che attendo delle risposte. Quando Stefano giocava tutto ciò che riguardava la gestione sanitaria era affidata al medico sociale, di cui mio marito aveva fiducia. Non ha mai preso volontariamente farmaci strani, assumeva qualcosa solo sotto il controllo dello staff sanitario se prescritto”.
Sla e calcio, il dramma di Stefano Borgonovo
Molti ex calciatori sembrano ora essere assillati dai dubbi su quello che prendevano e sui rischi corsi: “Una cosa è sicura, erano della stessa generazione di Stefano o di quella successiva, quindi si conoscevano avendo fatto lo stesso lavoro”, incalza Chantal che qualche anno fa ha scritto un libro, ‘Attaccante nato’, per raccontare il dramma del marito e il suo coraggio nell’affrontare la malattia, che chiamava “la st…za”. “Il calcio è un ambiente molto ristretto. Certamente hanno riaperto una questione che, però, vedo si è richiusa altrettanto rapidamente. Di sicuro dà fastidio parlarne, non so se dipenda da interessi economici o da altro”.