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MotoGP, è già caos spostamenti: l'allarme del team di Valentino Rossi

Alcuni tecnici rischiano di non poter lasciare Giappone e Australia: "Mondiale può essere influenzato", spiega Lin Jarvis.

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MotoGP, è già caos spostamenti: l'allarme del team di Valentino Rossi Fonte: 123RF

La MotoGP si prepara a riaccendere i motori, ma emergono già dei problemi logistici che potrebbero creare non poche difficoltà ad alcuni team. A partire dalla Yamaha di Valentino Rossi. A spiegare ciò che potrebbe succedere già a partire dal doppio appuntamento di Jerez de la Frontera (19 e 26 luglio) è stato Lin Jarvis, Managing Director di Yamaha Motor Racing, che ne ha parlato in un’intervista concessa a ‘Speedweek.com’.

Il grosso problema nasce dalle restrizioni di viaggio che al momento sono ancora in vigore, e che rendono difficoltoso l’arrivo in Europa da chi proviene da altri continenti. Incluso ovviamente il Giappone. Per esempio dieci uomini del team Yamaha di Valentino Rossi, stanti le attuali regole, non potrebbero viaggiare per Jerez. “E questo comporterebbe un ingiusto vantaggio per i costruttori europei”, ha spiegato Jarvis.

Solitamente, infatti, il team factory Monster Energy Yamaha porta nel paddock 55 persone, ma il protocollo di sicurezza della Dorna ne prevede al momento solo 45. Con tanto di allarme di Jarvis: “Qui sta la nostra maggiore preoccupazione. Le libertà di spostamento per il gruppo giapponese, ma anche gli australiani“.

Questi ultimi rappresentano al momento un problema ancora maggiore: “Anche con un test COVID-19 negativo non potrebbero volare per l’Europa. In Australia hanno introdotto una norma che prevede eccezioni legate a importanti impegni professionali. Ma va studiata”, ha spiegato ancora Jarvis.

Già stabiliti i passi successivi: “In questo momento c’è un calendario ufficiale. Quindi il momento per parlarne è arrivato. Ci sono date, progetti, programmi. Possiamo fornire chiare ragioni per cui questa o quella persona sono per noi indispensabili in vista delle gare”.

Servirà dunque un apposito permesso da parte dei governi di Giappone e Australia. “Noi però abbiamo chiaramente spiegato che potremo prendere parte alle gare di MotoGP solo se sarà trovata una soluzione. Altrimenti faremo fatica a correre e il Mondiale sarà influenzato“, è stata la conclusione di Jarvis.

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