Che ne sarà del futuro di Andrea Iannone è incerto anche per lui, colpito da una squalifica che vale più di quei quattro anni per le implicazioni che ne derivano. La carriera del pilota abruzzese si è ufficialmente chiusa la scorsa stagione, dopo che il Tas di Losanna ha deciso di portare la condanna a quattro anni con una sentenza decisiva. “Abbiamo fatto il possibile per evitare una sentenza così dura. Il ricorso si può fare, però bisogna capire. Ora cercherò di capire come essere utile alla MotoGP“, ha detto a Valerio Staffelli, inviato di Striscia la notizia che gli ha consegnato il Tapiro d’Oro.
Il momento, insomma, è più che delicato per un pilota ai vertici che ha visto cancellato il successo, il prestigio, la vita condotta fino a quel momento per, sostiene, aver mangiato un pezzo di carne al ristorante?
Iannone: “Ma è dura accettare una punizione che so di non meritarmi”
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Iannone ripercorre un processo che ha ribaltato la sua esistenza, sotto e lontano dai riflettori compromettendo de facto la sua immagine e anche il suo ruolo all’interno del team Aprilia. “I miei sentimenti non sono cambiati. Ciò che porto dentro resta. L’amore per lo sport, la passione per la moto. Ma è dura accettare una punizione che so di non meritarmi. All’inizio non riuscivo a dormire: incubi, telefonate alle 4 di notte con l’avvocato. Mi sono allenato, continuo a farlo, anche se non posso esprimermi. Mai stato in forma come adesso mentre mi domando: perché tutto questo? Perché ho mangiato un pezzo di carne al ristorante?”, ha detto al Corriere.
Lo sfogo di Andrea Iannone: la tesi dell’assunzione accidentale
Iannone, ricordiamo, è risultato positivo al Drostanolone il 17 dicembre 2019, ha sempre dichiarato di aver ingerito lo steroide cenando tra la Malesia e Singapore. Un episodio accidentale, a suo avviso. “Potrei rivolgermi al Tribunale Civile svizzero ma è un procedimento costoso e forse inutile anche perché sento il bisogno di disintossicarmi da tutto questo. Ho speso centinaia di migliaia di euro. Per niente. Quale governo, quale ristorante può ammettere pubblicamente di trattare carne avariata? E poi in quei giorni mangiai carne anche in pista, utilizzando il catering del circuito. Sono diventato esperto come un chimico, ho capito, per esempio, che spesso vengono introdotte negli alimenti sostanze depistanti per mascherarne altre. Non solo. La sentenza, punto 158, dice che anche esponendo elementi più concreti, nulla sarebbe cambiato. Nemmeno l’esame del capello, negativo e ben più rilevante, è stato preso in considerazione”, il suo sfogo.
“La Federazione ha ammesso che una contaminazione alimentare è possibile. L’appello Wada è scattato subito e ci ha costretti a fare altrettanto. Mi vengono in mente due cose. La prima: questa vicenda appare intimidatoria nei confronti della Federmoto e della Dorna, l’ente che gestisce il Motomondiale. Vorrei dare un consiglio ai piloti: state attenti a ciò che fate. La seconda: per Wada perdere l’appello avrebbe significato modificare i protocolli e le procedure antidoping, un costo esorbitante”, ha aggiunto Iannone.
Il futuro che attende Andrea Iannone dopo la squalifica
In una situazione simile, è complicato credere che si possa tornare in sella a una moto. La sua relazione con Giulia De Lellis, che gli era stata accanto, si è conclusa. Con l’ex Belen i rapporti sono cordiali, ma non c’è spazio per altro. La sua famiglia gli è accanto, ma la ferita brucia e molto. Che ne sarà dunque del suo lavoro? “Non ancora. Serve ripristinare una calma utile. Non sono in lutto perché di questi tempi c’è chi subisce ben di peggio. Ma ciò che è accaduto a me non lo si può capire dall’esterno. Correre in moto è la mia vita, un percorso nel quale ho investito tutto. Certo, ci sarà un piano B, un piano C, un piano D. Mi piacerebbe trasferire ciò che ho imparato ai giovani”. “Come mi sento? Piegato, ammaccato ma non spezzato. Di una cosa sono certo: vado avanti, andrò avanti comunque. Nessuno può fermarmi”. E anche questa è una promessa.
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