Essere ormai uno sport popolare impone attenzione mediatica, quindi che il pubblico, in tribuna o poltrona, sia coinvolto e un campione inimitabile come Giacomo Agostini spiega quanto sia cruciale avere un numero 1: “L’attuale motociclismo sul piano agonistico e tecnico è interessante, perché molti piloti sono competitivi e possono conquistare i singoli GP o il titolo iridato. Che questa sorta di ‘livellamento’ sia però un vantaggio per lo spettacolo, non lo do per assodato: a mio parere serve il super-campione, il pilota che continui a vincere e sia un vero e proprio simbolo del motociclismo, ‘quello’ capace di far sognare i vecchi appassionati e attirare nuovi tifosi. Aver vincitori a rotazione significa poter pensare che sia facile essere un pilota vincente e questo danneggerebbe il fascino delle corse e della MotoGP”.
Agostini appartiene alla cerchia ridotta di coloro che hanno ‘segnato’ la loro epoca sulle due ruote: prima del suo ‘regno’, durato dalla metà degli Anni ’60 agli Anni ’70, c’era stato Tazio Nuvolari, poi sarebbe arrivato il ‘Dottore’, Valentino Rossi.
Nella stagione 2023 la Dorna ha introdotto la novità della Sprint Race, che sarà una gara ‘parallela’ al GP, da disputare al sabato: tra i temi ‘tecnici’ ci saranno lo strapotere Ducati, le ambizioni di Enea Bastianini, la risposta di Fabio Quartararo a Pecco Bagnaia, la voglia di rivalsa targata Marc Marquez..