Non è più il suo calcio, ma in verità non è più il calcio di nessuno. Quanto sta succedendo in questi giorni in merito a Juve-Napoli ha spiazzato tutti ed anche Giampiero Mughini è amareggiato. Il teatrino di comunicati, interventi, interviste, accuse e carte bollate sta macchiando a sangue il gioco più bello del mondo e Mughini si dispera scrivendo una lettera aperta a Dagospia mentre si scatenano commenti di ogni tipo sui social.
Mughini non accetta che a decidere sia l’Asl
Mughini prende posizione: “Non sta in piedi che a decidere se sì o no una partita si debba giocare sia un’Asl. La seria A diventerebbe serie ASL ha scritto con la sua consueta eleganza Gigi Garanzini. La Lega, aveva deciso che le partite si giocassero e purché una squadra disponesse di 13 elementi non colpiti dal Covid. Come tutte le regole non è la migliore delle regole possibili, ma questa è la regola che avrebbe dovuto governare lo svolgimento del campionato”.
“La parola ultima spettasse alle Asl di tutte le città e comuni d’Italia, allora tanto varrebbe cancellarlo il campionato, dire che quest’anno non se ne farà niente, che eventualmente i canali televisivi la domenica trasmetteranno le più belle partite dei tornei passati”.
Per Mughini così si ammazza l’industria calcio
Mughini continua: “Basterebbe dire che la cautela a difesa della salute deve essere assoluta costi quel che costi, ossia a costo di ammazzare l’industria del calcio, ossia la più bella industria simbolica del Paese.
Già adesso il calcio italiano è malatissimo, soverchiato dai debiti. Togliete definitivamente le partite da stadi dove pure entrano soltanto mille persone a botta (corrispondenti agli utenti di dieci autobus romani nelle ore di punta) e l’industria del calcio sarà bella e morta. E’ questa la posta in gioco su tutti i campi di calcio della serie A. Auguroni alla Juve, auguroni al Napoli”.