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Nadal, la cerimonia d’addio diventa un caso in Spagna: zio Toni e Carlos Moya polemici con la Coppa Davis

In Spagna piovono critiche sulla cerimonia d'addio tributata dalla Coppa Davis a Rafael Nadal, con Carlos Moya e zio Toni in prima linea contro l'organizzazione

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Esattamente una settimana fa, con la sconfitta delle Furie Rosse contro l’Olanda in occasione dei quarti di finale di Coppa Davis, si concludeva l’incredibile carriera di uno dei più grandi giocatori nella storia del tennis, Rafael Nadal. Una carriera celebrata sì dalla competizione organizzata dall’ITF, ma non nella maniera che molti si aspettavano, motivo per cui si sta scatenando una forte polemica in Spagna, con lo zio di Rafa, Toni Nadal, e il suo allenatore, Carlos Moya, che hanno polemizzato con la cerimonia riservata al 22 volte campione slam.

Zio Toni smonta la cerimonia

Tra coloro che hanno più aspramente criticato la cerimonia organizzata dalla Coppa Davis per l’addio al tennis di Rafael Nadal è stato suo zio Toni, che lo ha seguito sin da bambino ed è a lungo rimasto al suo fianco come allenatore prima che le loro strade si dividessero e lui andasse a sedersi sulla panchina del canadese Felix Auger Aliassime.

Secondo Toni Nadal infatti l’unico aspetto positivo della cerimonia è stato il sostegno del pubblico, mentre si rammarica dell’assenza di immagini dei tanti trionfi di suo nipote: “Se mi è piaciuta la cerimonia? No (dice ridendo, ndr). È stato certamente emozionante il calore del pubblico. Ma mi sarebbe piaciuto avessero mostrato delle immagini di Rafa con la Coppa Davis vinta a Siviglia o altre legate ai trionfi a Madrid, al Roland Garros o a Wimbledon. Questo crea emozione”.

Moya: “Una cerimonia disordinata”

A causare qualche problema nell’organizzazione della cerimonia è forse stata l’eliminazione da pochi preventivata della Spagna contro l’Olanda, che ha costretto la Coppa Davis ad anticipare il saluto a Nadal a martedì – tra l’alto oltre la mezzanotte vista la tarda sconfitta degli iberici – quando era inizialmente previsto per venerdì – giorno in cui erano attesi anche gli amici rivali Roger Federer e Novak Djokovic.

Non sorprende dunque che l’ormai ex allenatore, Carlos Moya, di Rafa abbia puntato il dito sulla caotici della cerimonia: “Non è il momento di puntare il dito su nessuno, ma le sensazione è quella di aver assistito a una cerimonia disordinata. È vero che si trattava di un martedì sera, ma sapevamo da mesi che se la Spagna fosse uscita ci sarebbe stato il ritiro di Nadal quel giorno. Rafa è di gran lunga superiore a tutto questo”

Le replice di Haggerty e Feliciano Lopez

Dopo gli attacchi di zio Toni e Moya è arrivata anche la replica del presidente dell’ITF – organizzatrice della Coppa Davis David Haggerty, il quale dice di aver seguito i desideri di Nadal: “Abbiamo ritenuto che fosse fondamentale ascoltare Rafa e il modo in cui voleva essere celebrato nel giorno del suo addio e questo abbiamo fatto. Abbiamo rispettato la sua scelta. Le persone possono avere la loro opinione, ma noi abbiamo realizzato la cerimonia che voleva Nadal”.

Successivamente è arrivata anche quella di Feliciano Lopez, direttore della Coppa Davis ed tennista spagnolo amico di Nadal con cui ha giocato anche alcuni tornei di doppio: “Penso che ci si dovrebbe focalizzare sul fatto che Rafa abbia scelto la Davis come ultimo torneo della sua carriera invece di parlare della cerimonia di addio. Abbiamo fatto del nostro meglio”.

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