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Napoli, Koulibaly inchioda Sarri: mi voleva vendere, rimasi grazie a Calzona

L'ex difensore azzurro rivela un retroscena del suo periodio napoletano e si dice ottimista per il passaggio del turno dei partenopei in Champions

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

C’è sempre qualche sliding doors nelle carriere dei calciatori: chi ti trova il ruolo giusto, l’annata magica, l’allenatore che sa o non sa valorizzarti. Ed anche per Kalidou Koulibaly è andata così come rivela lo stesso difensore senegalese in un’intervista alla Gazzetta in cui parla a lungo del Napoli, la sua ex squadra, e di come stava per andar via quando arrivò Sarri dopo Benitez.

Sarri a Napoli iniziò malissimo

A Napoli viene ricordato come il profeta del calcio-spettacolo ma anche per Sarri ci furono sliding doors decisive, visto che alla sua prima stagione in azzurro l’avvio fu da zona retrocessione prima che i senatori della squadra non lo convincessero a cambiare sistema di gioco. In avvio l’ex tecnico dell’Empoli aveva impostato la squadra in maniera totalmente diversa, senza quel 4-3-3 che sarebbe passato alla storia. Mise Insigne nel ruolo non suo di trequartista, spostò Callejon seconda punta anzichè sulla fascia e non vedeva proprio due difensori che sarebbero stata la sua fortuna, ovvero Ghoulam (preferiva mettere il destro Hysaj a sinistra pur di non utilizzarlo) e appunto Koulibaly.

Koulibaly voleva un allenatore che lo valorizzasse

Nel ritiro estivo Koulibaly si allenava con le riserve e doveva andar via (anche se De Laurentiis non aveva accettato offerte ricche dalla Premier). Il giocatore racconta l’aneddoto parlando della stima che ha per Calzona: “Il Napoli aveva bisogno di un allenatore che continuasse il lavoro di Spalletti, ma è stato difficile prima con Garcia poi con Mazzarri. Ma oggi abbiamo Ciccio Calzona: conosce molto bene la società e l’ambiente, tanti giocatori sono cresciuti anche grazie a lui, come è successo a me: gli devo tantissimo”

“Forse pochi lo sanno, ma quando Calzona è arrivato a Napoli con Sarri, io me ne dovevo andare, portavo offerte per essere ceduto. Lui venne da me e mi disse: “non capisco perché vuoi andartene?”. E io gli spiegai che avevo bisogno di giocare, di trovare un allenatore che contava su di me e mi valorizzasse. Mi disse: “se correggi due o tre cose e ascolti i consigli miei e di Sarri, avrai l’occasione per giocare tante partite”. Io replicai: “tu non sei l’allenatore, sei il secondo del mister. Se lui non mi vuole, non puoi fargli cambiare idea”. Mi assicurò che mi sbagliavo. E aveva ragione lui. Ha fatto di tutto per tenermi a Napoli. Insieme a Sarri, ha cambiato la mia storia”.

Venendo al presente Koulibaly si dice ottimista sulla ripresa degli azzurro: “Ciccio è arrivato nel momento giusto, è l’allenatore di cui il Napoli aveva bisogno. La sua tattica è come quella di Sarri e tutti la conoscono. Calzona ha dato la sua impronta e sono felice: sono molto legato a lui, mi ha aiutato anche nei momenti no al Chelsea.Il Napoli con lui può diventare una macchina da guerra e sono sicuro che ci riuscirà, ma ha bisogno di tempo. Per ora il contratto scade a fine stagione, mi auguro possa continuare ancora due o tre anni con il Napoli. È l’uomo giusto, meritava questa chance da tanti anni. Nella Slovacchia ha fatto un grande lavoro, li ha portati all’Europeo. Poi ha avuto il coraggio di chiedere di poter aiutare il Napoli, visto il legame. Ha le competenze per fare bene”.

Per Koulibaly il Napoli può eliminare il Barcellona

In campionato come in Champions: “Il Napoli ha tutto per passare il turno. E non giocare al Camp Nou può essere un vantaggio. Al Montjuic non c’è lo stesso ambiente e la stessa pressione. Spero si qualifichi: il Barcellona ha giocatori di talento e un grande allenatore, ma il Napoli ha ritrovato organizzazione e può fargli male“.

Lui intanto all’Al Hilal sta facendo benissimo: 27 vittorie di fila, Guinness dei primati: «Qui ho ritrovato il piacere di giocare e io e la mia famiglia siamo molto felici: i bimbi vanno a scuola di inglese e italiano, a casa parliamo in francese. In testa hanno tre lingue ed è una cosa molto bella. Sul campo, invece, le 27 vittorie di fila non erano un obiettivo ma dopo averne vinte 12, abbiamo messo nel mirino il record. Non è un titolo, solo un record. E noi vogliamo i titoli».

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