La questione delle spese, degli stipendi e dei premi costituisce materia assai delicata, sopratutto se decliniamo il tutto nel mondo del pallone. Il sogno di ogni bambino, quando si inizia a tirare calci, è di indossare la maglia della Nazionale e di poter difendere quel colori nelle competizioni internazionali. Ai più arditi l’ambizione di alzare la coppa del mondo. Ovvio interrogarsi su quanto percepisca un calciatore in Azzurro e come funzioni la convocazione, per incominciare ad affrontare il tema.
Quanto guadagnano i calciatori convocati in Nazionale?
I convocati in azzurro ricevono un gettone di presenza che viene elargito loro dalla Federazione. Nell’ambito delle competizioni internazionali, Europei e Mondiali per capirci, si ragiona per premi che vengono elargiti stavolta della FIFA. Per dare un’idea: con l’esclusione da Russia 2018, l’Italia si è ritrovata con circa 20-25 milioni in meno più i mancati introiti da sponsor. Italia-Svezia non è costata poco.
Un calciatore può rifiutare la Nazionale?
Teoricamente no, perché le norme FIFA impongono alle società dei tesserati di accogliere la convocazione e di rispettarla, a meno che non sussistano diverse ragioni (un infortunio, ad esempio). Se così non fosse, sono previste delle sanzioni anche se la cronaca ci ha posto dei casi tra i più disparati. Ci sono poi dei giocatori che, giunti a fine carriera, hanno annunciato anticipatamente di rinunciare alla maglia azzurra.
Che cosa accade se un calciatore si infortuna in Nazionale?
Altro tema caldo (che si ripresenta periodicamente). Qui partiamo da un caso che all’epoca fece clamore: l’infortunio di Marchisio. I tesserati convocati in maglia azzurra sono coperti da due diverse assicurazioni: il FIFA Protection Program e la polizza frutto della convenzione fra AIC (Associazione Italiana Calciatori) e Lloyd’s per i professionisti (le coperture per i giovani sono regolamentate da un accordo tra FIGC e Unipol).
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