Se un uomo copertina deve esserci, Jalen Brunson sembra avere tutto per poter ambire a ricoprire tale ruolo. Perché con numeri letteralmente da fantascienza ha consegnato a New York per il secondo anno consecutivo le semifinali di conference, rinverdendo anche il libro dei record: soltanto Michael Jordan e LeBron James avevano collezionato nella stessa serie play-off 4 gare da almeno 35 punti e 5 assist. Di più: Brunson ne ha infilate tre con almeno 37 e 10, come solo Oscar Robertson nel lontano 1963. Numeri dominanti di un giocatore dominante, al quale la versione incerottata dei Sixers non ha potuto opporre alcuna resistenza.
- DiVincenzo, che difesa! Embiid stoico, ma non basta
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DiVincenzo, che difesa! Embiid stoico, ma non basta
Joel Embiid c’ha provato (39 punti di serata), ma sul più bello s’è perso: una condizione fisica chiaramente non al top e soprattutto i problemi di falli che l’hanno costretto a uscire nei secondi finali dopo il sesto commesso hanno finito per presentare un conto salatissimo a Phila, che in una serata dove Maxey è stato meno marziano del solito ha finito per perdere in volata (118-115).
Decisiva anche la grande difesa di Donte DiVincenzo (sì, quanto servirebbe alla “povera” Italia del Poz, in preda agli infortuni…) proprio su Maxey nell’azione che avrebbe potuto consentire ai Sixers di pareggiare sulla sirena. I Knicks sono stati perfetti nel primo quarto di partita, dove sono scappati oltre i 20 punti di vantaggio, prima di essere ribaltati da Phila che nel terzo quarto ha toccato a sua volta la doppia cifra di vantaggio.
Tutto però s’è risolto nei minuti finali: una tripla di Josh Hart ha spaccato in due la partita con una ventina di secondi sul cronometro, e a quel punto NY è stata brava a gestire le operazioni, rispondendo colpo su colpo ai tentativi disperati dei padroni di casa. Che hanno pagato gli acciacchi di Embiid, oltre alla scarsa lucidità nei momenti chiave di una serie che avrebbe potuto spingersi anche a gara 7. Ma con un Brunson così (41 punti e 12 rimbalzi) si poteva essere soltanto perfetti.
Gallo, corsa finita: senza Giannis tutto facile per Indiana
NY affronterà Indiana in semifinale, perché Indiana ha sfruttato a sua volta il momento no dei Bucks, battuti 120-98. Con Danilo Gallinari che vede spegnersi il sogno di puntare per la prima volta in carriera all’anello (sarà stato anche l’ultimo ballo sul palcoscenico NBA? L’estate porterà consiglio) e Giannis Antetokounmpo impossibilitato a dare il suo contributo, poiché ancora infortunato.
Lillard invece il campo lo rivede, ma i 28 punti finali (con un deludente 7/16 dal campo) non scalfiscono in alcun modo le certezze dei Pacers, che con merito si prendono le semifinali grazie a una gran bella prova corale e di squadra: Obi Toppin con 21 punti è il top scorer di serata, seguito da TJ McConnell a 20 e da Paskal Siakam a 19.
Doc Rivers completa il fallimento: rilevò a metà stagione Griffin, che aveva un record di 30 vinte e 13 perse. Lui chiude con 19 e 23: se non è un annus horribilis questo… stanotte intanto match point per Cleveland (in trasferta a Orlando) e Dallas, in casa contro i Clippers, piuttosto ridotti male tra acciacchi e assenze (vedi Kawhi Leonard).