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NBA, Gregg Popovich annuncia il ritiro: "Grato per ciò che ho avuto, ma è il momento di fermarmi". Diventerà presidente

Si chiude un'epoca nel mondo NBA: dopo 29 anni Gregg Popovich non sarà più l'allenatore degli Spurs. Diventerà presidente della franchigia texana, con Mitch Johnson confermato in panchina

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Gregg Popovich ha detto stop. Perché la salute viene prima di tutto, e la salute è il motivo per il quale, dopo aver saltato praticamente tutta l’intera stagione NBA, ha deciso di fare un passo indietro e mettere fine a una carriera che durava ormai da quasi 30 anni (come coach di San Antonio), ma che in realtà ha abbracciato molte più epoche. L’annuncio della decisione di chiudere definitivamente la carriera da allenatore è arrivato dopo che nelle scorse settimane erano già circolate voci insistenti al riguardo, eredità dell’ictus che l’aveva colpito a novembre e che di fatto gli ha impedito di proseguire il suo percorso sulla panchina degli Spurs.

Lo stop per motivi di salute: diventerà presidente degli Spurs

Il mondo della pallacanestro resterà con un grande punto di domanda attorno a quello che avrebbe dovuto essere l’ennesimo (forse l’ultimo) grande talento plasmato dalle mani di coach Pop: Victor Wembanyama con lui ha lavorato poco più di un anno, e chissà i due cosa avrebbero potuto combinare assieme negli anni a venire.

Popovich però non abbandonerà il mondo del basket, tantomeno gli Spurs: diventerà presidente della franchigia texana, con un compito in parte “istituzionale”, ma probabilmente in parte anche “tecnico”, nel senso che è probabile che chiunque transiterà sulla panchina di San Antonio un modo per scambiare qualche parola con Gregg lo troverà, giovandosi dei suoi consigli.

Mitch Johnson, il tecnico che l’ha sostituito nel corso dell’attuale stagione, è ufficialmente il suo successore nelle vesti di capo allenatore: conferma che testimonia la volontà di proseguire nel solco intrapreso, con la figura di Popovich che resterà centrale nel progetto.

La ricaduta, la bacheca, il messaggio di ringraziamento

Pochi giorni fa c’era stata non poca apprensione nel mondo NBA alla notizia di una piccola ricaduta che aveva avuto per protagonista proprio l’ex coach degli Spurs. Evidentemente Popovich ha capito che questo era il momento di dire basta, per davvero: 76 anni compiuti lo scorso 28 gennaio, oltre 2.400 partite dirette dalla panchina (di cui 1.422 vinte tra regular season e play-off: nessuno come lui nella storia), Gregg è un’autentica icona della pallacanestro americana.

Con gli Spurs ha conquistato cinque titoli (1999, 2003, 2005, 2007 e 2014), e nella bacheca di casa luccica anche l’oro conquistato a Tokyo 2020 come capo allenatore della nazionale statunitense. Poco dopo la news, anticipata dall’insider Shams Charania, proprio Popovich ha voluto rilasciare un breve comunicato di conferma.

“Se l’amore e la passione per il gioco restano, ho deciso che è il momento di allontanarmi dal ruolo di capo allenatore. Sarò per sempre grato a tutti i meravigliosi giocatori, allenatori, membri dello staff e tifosi che mi hanno permesso di lavorare al meglio come head coach degli Spurs e sono eccitato dall’opportunità di continuare a fornire supporto all’organizzazione, alla comunità e alla città che sono tanto importanti per me”.

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