Intervistato a Marca, Nibali è tornato a parlare del suo addio al ciclismo: “Al momento non mi sento estraneo. Però l’altro giorno, quando ero a Milano alla presentazione del Giro, mi sono sentito come fossi ancora ciclista. Era inevitabile per me affrontarlo in quella maniera, anche se nel 2023 non lo vivrò sopra la mia bici. Ho notato che la seconda settimana è dura, e la terza è terribile con la cronoscalata. Mi sarebbe piaciuto correrlo, ma ormai è così. Futuro? Correrò varie prove in mountain bike, come la Cape Epic. Lo farò come fan, solo per divertirmi. Ma non sarò zitto“.
Nibali sarà a Saitama questa settimana: “Abbiamo lavorato per settimane a un nuovo progetto che mi piace. Sono tutto il giorno con il telefono, a fare riunioni. Alla fine, spendo quasi più ore qui che negli allenamenti. La struttura? L’abbiamo già chiusa con 23 ciclisti che saranno annunciati in settimana. Ci saranno Alex Sans come tecnico e un altro ciclista giovane spagnolo che, come gli altri, annunceremo in questi giorni“.
Nibali ripone fiducia in alcuni ciclisti azzurri: “Abbiamo molti grandi corridori che possono vincere in molte situazioni. Non è una situazione preoccupante, credo. Vorrei vedere l’evoluzione di uomini come Andrea Bagioli o Antonio Tiberi. E poi c’è Ciccone, che è un gran corridore. Gli manca un po’ di regolarità, ma sarà lì“.
Infine, Nibali ha chiuso parlando di alcuni ciclisti spagnoli: “Quello che hanno fatto Ayuso e Rodriguez alla Vuelta è stato molto importante. Sarebbe bello vederli al Giro, una corsa bella dove incontreranno libertà, un ambiente caldo e la possibilità di correre una grande corsa a tappe”.