C’è sempre una prima volta ma in questo caso è una prima volta di cui si sarebbe volentieri fatto a meno. Le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 dovranno rinunciare alla pista da bob (slittino e Skeleton) con le manifestazioni di queste specialità che si correranno fuori dall’Italia ed è la prima volta con gare fuori dal Paese organizzatore.
- Milano-Cortina: la pessima figura del sistema sport
- Costi troppo alti per discipline di grande tradizione
- Zoeggeler: “Decretata la morte di queste discipline in Italia”
- Tajani e Zangrillo: ora ci prova la politica
Milano-Cortina: la pessima figura del sistema sport
Inutile girarci intorno ospitare le Olimpiadi invernali e poi dover rinunciare alle gare di bob, slittino e skeleton rappresenta una sconfitta, di quelle rumorose. In discussione non c’è solo il mancato rifacimento del budello del 1956 ma il fatto che nel corso degli ultimi mesi l’organizzazione ha più volte dovuto modificare i programmi iniziali.
Prima con lo spostamento delle gare di pattinaggio velocità che da Baselga di Pinè vanno a Rho, poi con la decisione di abbandonare l’idea dell’ex PalaSharp a Milano con le gare di hockey che si spostano anche loro presso il polo fieristico ai confini della città.
Costi troppo alti per discipline di grande tradizione
L’epilogo non è completamente una sorpresa. Già nel corso degli ultimi mesi era evidente che la situazione fosse piuttosto complicata dopo che le gare d’appalto erano andate deserte e per realizzare la struttura servivano fondi ingenti nella misura di almeno 100-120 milioni di euro.
E’ un gran peccato per l’Italia che proprio nelle discipline di bob, slittino e skeleton vanta una grande trazione con 12 ori conquistati sul totale di 42 degli azzurri nei Giochi Olimpici invernali e ora al primo posto per ospitare le gare ci sono St. Moritz (la località più vicina) ma anche le ipotesi Germania e Norvegia.
Zoeggeler: “Decretata la morte di queste discipline in Italia”
Le parole di Armin Zoeggeler non sono polemiche ma di dispiacere. Il leggendario atleta azzurro, che nello slittino ha conquistato 6 medaglie (di cui due d’oro) ed ora è direttore tecnico della nostra nazionale, traccia un quadro nero dela situazione.
Il 16 ottobre resterà per sempre la giornata più nera dello slittino, del bob e dello skeleton. Le medaglie contano ma bisogna guardare al futuro – ha detto in un’intervista alla Gazzetta – E’ un problema che ci portiamo avanti da decenni, ci dobbiamo allenare all’estero e senza una pista nostra non possiamo allargare le base.
Abbiamo perso una grande opportunità e forse abbiamo decretato la morte del bob, dello slittino e dello skeleton. Ora non conta dove si gareggerà, per noi saranno giorni di dolore. La cosa che mi amareggia di più? Magari alla fine ci chiederanno anche di vincere.
Tajani e Zangrillo: ora ci prova la politica
Tentativi estremi e probabilmente fuori tempo massimo. Dopo l’annuncio che le gare di bob si disputeranno fuori dall’Italia i politici italiani provano a entrare nella vicenda. Lo fa il vicepremier Tajani che scrive: “Perché non organizzare le gare di bob in Piemonte dove c’è la pista delle Olimpiadi invernali di Torino? Sarebbe un peccato non gareggiare in Italia. Non perdiamo questa occasione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo: “Non possiamo assolutamente perdere questa importante opportunità per il Piemonte e per l’intero paese. La nostra regione può dare un contributo essenziale al successo delle Olimpiadi”.